La scelta di presentare o meno la domanda di assunzione non è certamente di quelle facili da affrontare, perchè da essa potrebbe dipendere il futuro professionale di ciascun insegnante. Si potesse avere tra le mani una sfera magica per vedere ciò che accadrà nei prossimi mesi, probabilmente la risposta sarebbe molto più facile da dare.
Riceviamo ogni giorno numerosissime richieste di consigli da parte dei nostri affezionati lettori su quale sia la scelta migliore da farsi e, dal canto nostro, cerchiamo sempre di dare delle risposte equilibrate che lascino sempre un importante margine decisionale in base alla propria situazione familiare e ai problemi che ciascun insegnante deve affrontare nella propria vita privata.
Il governo ci ha abituato, negli ultimi mesi, ad improvvisi cambi di direzione (ricordate l'iniziale soppressione degli scatti di anzianità poi scongiurata nel ddl?) ed è quasi impossibile ipotizzare cosa verrà riservato, nei prossimi mesi, al personale scolastico.
Nessuna 'legge', tranne quelle per quelle divine, è da ritenersi 'eterna': le normative possono essere abrogate, modificate in meglio ma anche in peggio. Ecco perchè i dubbi sul futuro delle GaE sono leciti, soprattutto se teniamo conto delle dichiarazioni del ministro Giannini che presentano lati oscuri e, se vogliamo, inquietanti.
Domanda di assunzione: il governo ci ha abituato a sorprese sgradevoli
La quasi certezza di dover accettare una cattedra lontano dal proprio paese d'origine costituisce un enorme freno alla compilazione della domanda e un invito a nozze per il boicottaggio della stessa.
C'è chi è disposto a rischiare, anche in ragione della specifica classe di concorso e della propria posizione nelle GaE; c'è chi, invece, ha già deciso di ribellarsi a quello che viene definito come un 'ricatto' progettato dal Miur, continuando a rimanere nella condizione di precario.
A questo proposito, l'ipotesi di posti residuali per ciascuna classe di concorso, di cui vi abbiamo parlato in un articolo precedente, potrebbe aiutare i nostri lettori a scegliere se presentare o meno la domanda.
Il continuare ad insistere con la parola 'concorso' come unica strada per le future assunzioni potrebbe nascondere una volontà da parte del Ministero di cambiare le regole future anche per quanto riguarda il turnover: dunque, non avremo più il 50% dalle GaE e il 50% dalle graduatorie di merito per le nuove assunzioni?
Del resto le sorprese non sono mancate con questo nuovo piano di assunzioni: per esempio, con la decisione di escludere gli abilitati da tale candidatura oppure con la scelta di estendere su scala nazionale i criterio dell'assegnazione dei posti straordinari.