Il Consiglio di Stato ipoteca tutto il piano di assunzioni rimettendo in discussione tutta una legge che da più parti è stata giudicata fatta male, in fretta e che non elimina il precariato come pomposamente annunciato dall'esecutivo. In Senato, ai tempi dell'approvazione della legge di riforma scolastica, si era sfilato insieme con altri membri del suo gruppo facendo andare sotto la maggioranza in Commissione. Il Senatore dei popolari per l'Italia Mario Mauro torna a tuonare sulla Buona Scuola spacciata come la riforma che ha eliminato il precariato definendola una sanatoria atta solo ad evitare le multa europea, realizzata senza ascoltare le parti in causa.

L'auspicio è che almeno per la parte attuativa si corregga il tiro coinvolgendo chi conosce davvero la scuola, ottenendo il ringraziamento delle generazioni attuali e future.

Orecchie da mercante

Niente concorso fino al totale esaurimento delle Gae è il ritornello più in voga tra i precari rimasti in attesa di una cattedra perché volontariamente non hanno presentato la domanda a questo cervellotico piano di assunzioni. Ma dal Miur ripetono come un Mantra un altro ritornello stucchevole che rimanda le assunzioni dei ricorrenti alle prossime immissioni in ruolo, mentre per gli abilitati si procederà al bando del concorso entro il 1 dicembre. Del resto, per un Miur da commissariare in seguito alla vicenda delle ore tagliate negli istituti tecnici e professionali, quello che dicono i precari arriva come un inutile sussurro.

Nei fatti la sentenza del Tar che dal 5 maggio scorso giace nella cancelleria del Tribunale attende ancora di essere eseguita.

Organici stravolti

Mario Mauro richiama la funzione legislativa dei tribunali nel riordino del sistema scolastico affondando il coltello nella ferita di uno Stato che ha agito soltanto per evitare gli effetti delle sanzioni europee.

Che siano i tribunali a ridisegnare gli organici della scuola pubblica italiana è una realtà tristemente confermata dalle centinaia di sentenze di condanna del Miur, non ultima quella dei giudici di Palazzo Spada dello scorso 27 agosto. Ma del resto era stato Ferdinando Imposimato a tracciare la strada da seguire agli insegnanti per ottenere il rispetto dei diritti costituzionali ai quali questo governo non è abituato.

Settembre nero

Era stato promesso un Vietnam e così sarà già da questo mese di settembre con il calendario delle agitazioni promosso dalle associazioni sindacali per protestare contro questa riforma e i suoi decreti attuativi. Il primo fronte sul quale avverrà lo scontro si sposta sulla formazione del Comitato di Valutazione dei docenti. Sono già tanti gli insegnanti che si stanno mobilitando per scoraggiare i colleghi a proporre la loro candidatura ed in ogni caso limitare la funzione alla sola valutazione dell'anno di prova dei neo-assunti. E il Vietnam continuerà anche nelle aule dei tribunali fino al totale smantellamento della Buona Scuola, anche se questo inevitabilmente porterà caos e disagi agli studenti e alle famiglie. In gioco c'è la libertà d'insegnamento sancita dall'art.33 della Costituzione.