Sulla Settima salvaguardia per gli esodati e la proroga all’Opzione donna arriva lo stop del ministero dell’Economia e delle Finanze: non ci sono i soldi. E’ stato questo il risultato dell’incontro odierno da parte della Commissione Lavoro della Camera con i rappresentanti di INPS, Ragioneria dello Stato, Ministero del Lavoro e, appunto, Ministero dell’Economia che avrebbe dovuto far ripartire l’attività parlamentare sul fronte delle Pensioni.

Secondo la tesi sostenuta dal MEF, i soldi a disposizione e non spesi per le precedenti operazioni di salvaguardia, circa 500 milioni di euro, sono ritornati nelle casse dello Stato e non possono più essere messi a disposizione per lo stesso scopo.

Pensioni: per Settima salvaguardia e Opzione donna non ci sono i soldi

Nel corso dell’incontro svoltosi alla Commissione Lavoro della Camera, è emerso che per le precedenti sei operazioni di salvaguardia degli esodati, cioè quei lavoratori che, per un clamoroso errore della legge Fornero, si sono trovati senza lavoro e, allo stesso tempo, senza l’età per riscuotere la pensione, non sono state spese tutte le risorse messe a disposizione con il fondo appositamente costituito. Si tratta di un risparmio quantificabile in circa 500 milioni di euro che si ipotizzava di utilizzare per una settima operazione di salvaguardia che avrebbe potuto sanare la situazione di altre migliaia di esodati.

Altro argomento all’ordine nel giorno della riunione era la cosiddetta ‘Opzione donna’, cioè la pensione anticipata per le donne con 57 anni di età e 35 anni di contributi in cambio di un assegno calcolato interamente su base contributiva.

Anche in questo caso è arrivato lo stop delle Finanze e della Ragioneria dello Stato che hanno fatto sapere che non ci sono le coperture, stimate in 2 miliardi di euro.

Damiano: ‘La posizione del MEF sugli esodati è inaccettabile’

Dopo la frenata di Renzi in merito alla flessibilità, l’irruzione del Ministero delle Finanze sul tema delle pensioni ha suscitato immediate reazioni del mondo politico e sindacale.

Lo stesso presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano, autore di una delle prime proposte di revisione della legge Fornero, ha definito ‘inaccettabile’ la posizione del MEF su esodati e Opzione donna, forte anche dell’appoggio del Ministero del Lavoro.

In merito alla settima salvaguardia per gli esodati, Damiano sostiene che non utilizzando i fondi stanziati per il fondo di salvaguardia viene tradita la volontà del legislatore di tutelare i lavoratori.

Critiche anche per la presunta mancanza di copertura finanziaria dell’Opzione donna che, secondo Damiano, non ha bisogno di alcuna copertura dal momento che, andando in pensione a 57 anni e stante un’attesa di vita media di 80 anni, la lavoratrice che va in pensione con 35 anni di contributi percepirà mediamente un assegno ridotto del 30 per cento per 23 anni, producendo addirittura un risparmio per le casse dell’INPS.

Ogni decisione in merito, a questo punto, è rimandata alla Conferenza di servizi ministeriale che, nei prossimi giorni, dovrà conciliare le posizioni differenti dei ministeri delle Finanze e del Lavoro.