Pensione anticipata con penalizzazione massima compresa tra il 12 ed il 15 per cento. Le ultime novità in tema di riforma Pensioni 2015 parlano chiaro: il governo Renzi sta pensando di anticipare l’uscita dal lavoro ma con impatti limitati sui conti pubblici. Le notizie ad oggi, 21 settembre 2015, parlano di malumori all’interno dell’esecutivo, prontamente smentiti, e di una volontà politica da parte del Premier di attuare lo stesso la manovra previdenziale, nonostante le perplessità evidenziate sui conti pubblici. Difficile, però, approvare la quota 41, di cui tanto si è discusso negli ultimi tempi, e pertanto sono al vaglio altre ipotesi con la speranza che tutto possa essere inserito in Legge di Stabilità 2016.

Ultime novità pensioni ad oggi, 21 settembre 2015: ecco l’idea di pensione anticipata

I tecnici del governo, scrive l’edizione odierna di Repubblica, sono al lavoro per elaborare un progetto di pensione anticipata con penalizzazioni leggermente più alte rispetto a quella elaborata con la quota 41 da Cesare Damiano. Le ragiono sono ascrivibili alle finanze: tagliare “solo” il 2 per cento annuo rappresenta un costo troppo alto, secondo i più ottimisti di 4 miliardi e secondo i più pessimisti di 8 miliardi. Allo stesso tempo, però, intraprendere una linea interamente contributiva potrebbe rappresentare uno smacco nella credibilità del governo, visto che si andrebbero in certi casi a prevedere tagli fino al 30 per cento.

Ecco che, allora, a Palazzo Chigi si sta pensando di prevedere modifiche alla pensione anticipata che consentano il prepensionamento con un taglio del 3 per cento annuo circa che, cumulato per un massimo di 4 anni, porterebbe ad una decurtazione che va dal 12 al 15 per cento.

Si tratta di una soluzione di compromesso che si vorrebbe introdurre nella riforma pensioni 2015,così per dare l’idea di non essere stati fermi ma di aver comunque cercato di fare qualcosa.

Sarà, in ogni caso, difficile da giustificare ai lavoratori anche se, lasciandola come eventualità, la speranza del Palazzo è che qualcuno ne usufruisca comunque e che la platea degli “scontenti” possa placarsi.