"Bisogna mettere un tetto e consentire di andare in pensione quando si raggiungere una certa età di contributi" spiega Vera Lamonica della Cgil, parlando della rigidità attualmente presente nei meccanismi di uscita dal lavoro. "Noi pensiamo che non si debba salire sopra i quarantunoanni, mentre oggi occorre lavorare sino a quarantunoanni e mezzo per le donne e fino a quarantadue e mezzo per gli uomini" commenta la sindacalista, prospettando di fatto un progressivo quanto inesorabile allungamento dei tempi di permanenza sul lavoro, con le conseguenze che ben conosciamo tanto per i lavoratori che sperimentano condizioni usuranti o disagiate, quanto per il blocco del turn over.

Tanto che l'esponente della Cgil sottolinea come oggi a causa dell'inasprimento dei requisiti utili per accedere all'Inps, si sia costretti a lavorare nonostante tanti decenni di impiego sulle spalle, "anche sino a quarantacinque anni. Uno scenario inaccettabile che colpisce e Pensioni da lavoro".

Riforma pensioni 2016 e lavoratori precoci, il sindacato chiede un incontro all'esecutivo

Stante la situazione, la Cgil torna a chiedere al Governo di fissare un incontro con le parti sociali, al fine di condividere l'onere e la responsabilità di una riforma nei criteri di accesso alla pensione. L'obiettivo resta quello di "discutere la legge Fornero" e di capire come "mettere mano alla flessibilità, una questione che è urgente".

D'altra parte, secondo la sindacalista diversi esponenti dell'esecutivo hanno rilasciato in numerose occasioni delle dichiarazioni di apertura nei confronti di una rivisitazione del problema, perciò "non si capisce perché un tavolo non si apra davvero, fuori da slogan e semplificazioni". Il Governo si è detto pronto ad un intervento di flessibilità con la prossima legge di stabilità, perciò l'eventuale misura dovrebbe essere percorribile a partire da gennaio 2016.

Ma permangono i dubbi su quale saranno i criteri di apertura di tipo anagrafici e contributivi, mentre molte perplessità nei lavoratori sono causate dal fatto che l'operazione dovrebbe risultare a costo zero per le casse dell'Inps.

E voi, cosa pensate delle ultime dichiarazioni della Cgil in merito alla vicenda dei lavoratori precoci?

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