E’ un valzer in piena regola quello che si sta ballando a Montecitorio in merito alla riforma della previdenza. Per ogni cosa dichiarata da un membro delle Istituzioni c’è né uno che la sconfessa per andare in un’altra direzione, segno evidente di come ognuno proceda per la propria strada senza curarsi delle conseguenze globali che una situazione del genere sta contribuendo a generare. La gente non crede più a una parola fra quelle che escono dalla bocca di ministri ed Onorevoli, anche se la palma del meno credibile di tutti finisce senz’altro al ministro Poletti che sembra lavorare per un altro governo.

Ogni qualvolta parla una mossa dell’Esecutivo lo sconfessa. Sembra una sit-com americana la cui ultima puntata è andata in scena di recente. Il numero uno del Welfare ha infatti assicurato che il dibattito sulla previdenza non è chiuso e che i frutti di quanto deciso si vedranno in Legge di Stabilità. Il tutto nonostante 24 ore prima Padoan avesse chiuso le porte e messo il lucchetto alle serrature. In cima la scritta ‘Lasciate ogni speranza voi ch’entrate’. Venendo al caso Pensioni lavoratori precoci il giochino poi regge ancora meno: le ultime news aggiornate ad oggi 18 settembre ci informano infatti di come la Quota 41 sia letteralmente sparita da ogni tavolo di discussione. E questo ammesso che vi fosse mai entrata.

L’unico che continua a combattere è il presidente Damiano.

Ultime news pensioni lavoratori precoci oggi 18 settembre: Poletti riapre ma non gli crede nessuno, Damiano insiste

Quello della flessibilità è un tema aperto sul quale stiamo lavorando. Ci deve essere un confronto, una discussione e una valutazione nel merito’ ha dichiarato il ministro Poletti.

A giudicare dall’aria che tira sembra sia l’unico a pensarlo. Tutti gli altri esimi membri delle Istituzioni hanno bloccato sul nascere ogni discorso rinviando, almeno a parole, a data da destinarsi. ‘Concordiamo sul fatto che per la riforma previdenziale vadano analizzati costi e benefici. Noi però vogliamo evidenziare anche i risparmi che derivano da assegni pensionistici penalizzati dell’8% ed erogati mediamente per 20 anni se si considera un’aspettativa di vita di 82 anni’ ha invece sottolineato Damiano, che continua a sostenere il DDL 857 che contiene anche la Quota 41.

Notizie e ultime news pensioni lavoratori precoci oggi 18 settembre: la rabbia di chi non si sente più rappresentato

Le ultime news sul caso pensioni lavoratori precoci aggiornate ad oggi 18 settembre mettono infine in evidenza l’amarezza di chi non si sente più rappresentato: ‘Sono un precoce, sono stato costretto a entrare giovanissimo nel mondo del lavoro per esigenze finanziarie, mio padre operaio, mia madre casalinga, la pochezza di quel reddito che non bastava al sostentamento della famiglia […] per potermi permettere un’istruzione ho fatto per 5 anni le scuole serali private. Lavorando di giorno e studiando la sera sono riuscito ad ottenere un diploma, vorrei solo farle notare quanta dignità e decenza convivano in questa scelta: dignità e decenza che, probabilmente, voi non conoscete’ recita uno dei tanti sms spediti a Renzi dalla rete.

Una battaglia quella dei precoci che non è mai stata sposata neanche dai sindacati, recentemente finiti nella bufera. Prima la caduta degli iscritti per la Cgil, poi i mega stipendi ai dirigenti Cisl, ecco che le varie sigle sindacali hanno deciso di fare chiarezza inaugurando l’operazione trasparenza. Si scopre così che Susanna Camusso, così come raccontato dal segretario confederale della CgilNino Baseotto e riportato da La Stampa di Torino, percepisce 3850 euro netti al mesi. Un importo non da poco, anche se in Cgil evidenziano come ‘non si tratti di una cifra stratosferica’ ricordando che ‘gli stipendi non salgono dal 2008’. Peccato che nessuna delle sigle sindacali abbia davvero sostenuto i precoci. Se lo sarebbero meritato per quanto dato a questo paese.