Attualmente le regole previste oggi dalla legge Fornero prevedono due tipi di Pensioni: quelle anticipata e quelle di vecchiaia. La prima, per gli uomini, dal 2016 si ottiene con 42 anni e 10 mesi di contributi, indipendentemente dall'età anagrafica, mentre per la seconda occorrono 66 anni e 7 mesi. Dal prossimo anno si profilano alcune ipotesi che sono al vaglio del governo. Poletti e Padoan starebbero studiando la possibilità di applicare una "opzione uomo" e una "opzione donna". Come funzionano? Nel caso degli uomini una soluzione potrebbe essere che l'età pensionabile venga fissata a 62/63 anni di età con almeno 35 anni di contributi ma, in questo caso, ci sarebbe una penalizzazione del 4% per ogni anno che mancherebbe fino ai 66 anni e 7 mesi.

Quindi chi decidesse di ritirarsi a 63 anni avrebbe una penalizzazione del 12% che, su una pensione lorda di 1.200 euro, sarebbe di circa 144 euro. Bisognerà però vedere quali categorie di lavoratori potranno accedere a questa ipotesi. Questa soluzione coinvolgerebbe tutte le donne e gli uomini rimasti senza lavoro.

Altre soluzioni

Un'altra possibile ipotesi rispolvera un vecchio progetto dell'ex ministro del Lavoro del governo Letta, Enrico Giovannini. L'istituzione di un prestito pensionistico darebbe l'opportunità, a chi ha più di 63 anni di età, di farsi anticipare parte degli assegni pensionistici che partono dai 66 anni, rinunciando ad un pezzo della futura pensione. Questo meccanismo, nel breve e lungo periodo, assicura l'equilibrio finanziario richiesto dal governo perchè il pensionato restituirebbe allo Stato tutto quello che gli viene anticipato.

Nel corso dell'audizione alla Commissione Lavoro Tito Boeri ha espresso il suo pensiero dicendo che, se si vuole introdurre maggiore flessibilità, bisogna preferire irequisiti di natura anagrafica e non contributiva. Il Presidente dell'INPS ha aggiunto che se si vuole introdurre una maggiore flessibilità è importante non ripristinare i requisiti di anzianità contributiva, più vantaggiosi per gli uomini, ricordandoche nel 2014 in mediale pensioni degli uomini erano il 40% più alte di quelle delle donne.Il passaggio al contributivo ha attenuato queste differenze premiando maggiormente le donne rispetto al regime precedente.