Dopo un periodo di latenza durato qualche settimana, Tito Boeri ritorna a far parlare di sé sulla questione della riforma delle pensioni 2015-2016 durante uno degli incontri connessi alle iniziative del Cortile di Francesco ad Assisi. La sua proposta di riforma strutturale del sistema previdenziale è stata da qualche tempo accantonata probabilmente per gli eccessivi 'costi' sociali che avrebbe portato con sé: l'idea era quella di un passaggio al contributivo puro (cosa che, per il futuro, è già prevista), il quale però portava con sé una serie di penalizzazioni che, a seconda della carriera lavorativa e retributiva, poteva aggirarsi tra 15-20% e il 30-35%.

E così dopo le varie bocciature da parte dell'esecutivo e del premier Renzi in persona, il quale ovviamente ragiona anche in termini di elettorato e non soltanto di governo, il Presidente Dell'Inps, Tito Boeri, è tornato in campo e ha chiarito quali sono le linee da seguire per fare l'ultima riforma delle Pensioni, quella decisiva, capace di diventare modello per tutti i sistemi previdenziali del mondo: in primo luogo, occorre rispettare il patto tra le generazioni e non far ricadere i costi della previdenza presente sulle prossime generazioni; in secondo luogo, è assolutamente da escludere ogni intervento che ripristini l'anzianità contributiva, il nodo resta il medesimo: l'aspettativa di vita.

Le misure da mettere in campo devono essere connesse all'età anagrafica e non a quella contributiva, con buona pace dei precoci. In definitiva, la riforma pensioni Fornero, per Tito Boeri, sarebbe 'quasi' perfetta.

Boeri, l'aspettativa di vita, i precoci e le ultime news sulla riforma pensioni 2015

Il discorso di Tito Boeri sulla linea che il governo Renzi dovrebbe seguire in vista di una riforma strutturale delle pensioni per il 2015-2016 può essere riassunto piuttosto facilmente: in primo luogo, bisogna evitare la tentazione di ripristinare le vecchie categorie e i vecchi criteri previdenziali; in secondo luogo, qualora si intenda proporre una misura che introduca maggiore flessibilità in uscita, occorre lavorare sui requisiti di natura anagrafica e non sull'anzianità contributiva.

Anche per quanto riguarda il discorso di Boeri,i presupposti sono i medesimi che hanno mosso le riflessioni di Padoan e Poletti:il vero problema è l'allungamento della speranza di vita e non è possibile anticipare la pensione oltre una certa soglia; se la vita diviene più lunga, anche la facoltà lavorativa delle persone deve naturalmente allungarsi.

Le parole di Tito Boeri, comunque, sono sembrate una stoccata diretta contro i precoci, coloro che richiedono a gran voce un interessamento sulla propria condizione da parte del governo Renzi: si tratta di quella categoria di lavoratori che, avendo iniziato la propria attività lavorativa molto presto, si trovano a dover lavorare molti anni in più, rispetto ai propri colleghi, per raggiungere i requisiti sanciti dalla legge Fornero. Una possibile soluzione era contenuta nella proposta Damiano: con 41 anni di contributi, si sarebbe potuti andare in pensione a qualsiasi età. Intanto, da un lato le idee del Presidente della Commissione Lavoro sono state accantonate perché troppo 'salate' per il bilancio pubblico, dall'altro le parole di Padoan prima e di Boeri poi sembrano sancire un nuovo principio: la flessibilità dovrà essere connessa all'anzianità anagrafica e non all'anzianità contributiva, con buona pace dei precoci.È tutto con le ultime news sulla riforma pensioni 2015 del governo Renzi; per aggiornamenti e approfondimenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.