La discussione su come potrà cambiare il sistema previdenziale continua in maniera incessante. Al momento, la riforma pensionistica non prevede una normativa dedicata ai lavoratori precoci che, ricordiamo sono quelle persone che hanno iniziato a lavorare prima del compimento del 18esimo anno di età. Per questo motivo, nelle scorse ore è intervenuto il sindacato che pretende, nel più breve tempo possibile, un incontro con il governo Renzi, per discutere di tutte le questioni relative alla riforma delle Pensioni.
Vera Lamonica chiede di considerare solamente i versamenti contributivi
La sindacalista Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil, auspica un intervento dell'Esecutivo che tenga conto degli anni di versamenti contributivi. Il tetto massimo stabilito, secondo l'opinione del sindacato, dovrebbe essere di 41 anni mentre oggi, per poter poter usufruire della pensione anticipata, occorre rimanere in servizio fino a 42 anni e 6 mesi, per gli uomini, un anno in meno, per le donne. Senza contare che, dal prossimo anno, l'aumento della aspettativa di vita, provocherà un allungamento dei tempi per andare in pensione con conseguenti ripercussioni negative per tutti quei lavoratori che svolgono attività usuranti.
LaCgil auspica un incontro con il governo Renzi
Il sindacato Cgil chiede, ormai da diverso tempo, un incontro con il governo Renzi che coinvolga anche le altre sigle sindacali e durante il quale possano essere affrontati tutte le questioni sulle modifiche da apportare al sistema previdenziale. La cosa certa è che l'Esecutivo ha tutta l'intenzione di intervenire con l'applicazione di un sistema flessibile da inserire nella Legge di Stabilità, in modo da rendere attuabile le modifiche già a partire dal prossimo gennaio.
Vera Lamonica ha specificato che 'l'apertura di un tavolo di confronto è necessario, e non si capisce il perché questo non è stato ancora fatto'. Le incertezze sui criteri di adottare per giungere ad una modifica delle norme previdenziali sono ancora molte, mentre appare piuttosto chiara la certezza che i lavoratori precoci non usufruiranno di un'apposita norma ad hoc che tenga conto della loro peculiarità.