Non si placano le polemiche intorno ad uno dei temi che apparentemente avrebbe dovuto vedere risoluzione definitiva nella Legge di Stabilità, ci stiamo riferendo all'opzione donna. La questione invece, specie dopo l'ok dato alla Legge da Mattarella, è tutt'altro che chiusa. Il problema riguarda le donne nate nell'ultimo trimestre del 1958 che a causa dell'incremento dell'aspettativa di vita risultano attualmente escluse dal ripristino dei termini di legge al 31/12/2015. Secondo Cesare Damiano e altri esponenti politici come Walter Rizzetto (Alternativa Libera), Maria Luisa Gnecchi (Pd), Pastrizia Maestri (Pd), Roberto Simonetti (Lega Nord) è inaccettabile una tale esclusione ed è necessario porvi rimedio quanto prima.

Damiano ha più volte ribadito, anche il 27/10 in studio da Floris su La 7, che verranno presentati emendamenti per cercare di risolvere questa ennesima ingiustizia di 'genere nel genere' e che si cercherà di fare chiarezza sulle risorse effettivamente necessarie per ripristinare quanto sancito dalla Legge 243/2004. Poletti, invece, nel videoforum su RaiTv, ha detto che per estendere l'opzione donna anche alle lavoratrici rimaste attualmente escluse, occorrerebbero delle risorse non disponibili e che dunque non verrà apportata nessuna modifica al testo insito nella Legge di Stabilità. Chi la spunterà in questa battaglia?

Notizie al 29/10 su opzione donna: le donne nate nel IV trimestre '58 sperano negli emendamenti

Indipendentemente da come finirà questa battaglia, quel che pare certo è che Cesare Damiano non volterà le spalle alle ultime donne rimaste 'paradossalmente' escluse, in Parlamento verranno presentati emendamenti in tal senso e, rassicura l'Onorevole, si farà di tutto per far rientrare anche le lavoratrici nate nel quarto trimestre del '58.

Damiano ha detto, nel corso della trasmissione televisiva 'Di martedì', che la soluzione proposta attualmente dal Governo è insufficiente. In quanto le donne che compiono 57 o 58 anni dal 1 ottobre del 2015 resterebbero fuori dalla 'pezza' appena introdotta dalla Legge di Stabilità. Ricordiamo, infatti, che tutto il Comitato Opzione donna ha dovuto battersi per anni per veder ripristinare il diritto alla pensione già sancito nella legge 243/2004, poi messo in discussione da un'errata interpretazione data dalle circolari 35/37 del 2012.

Il Governo Renzi in realtà non ha concesso una vera e propria proroga al 2016, nel testo è stato semplicemente ripristinato il termine di scadenza originale del regime sperimentale, ossia il 31/12/2015. La Legge di Stabilità stabilisce, art. 19, che potranno accedere alla quiescenza le donne che avranno maturato 57 anni e 3 mesi e 58 anni e 3 mesi (se autonome) e 35 anni di contributi entro fine anno. Le stesse potranno poi ottenere l'assegno pensionistico solo dopo aver maturato anche la finestra mobile. Quello che le lavoratrici ora chiedono a gran voce è la cancellazione dell'aspettativa di vita che per pochi mesi taglia fuori ancora qualche centinaia di loro. Poletti ferreo ribadisce che "qualsiasi termine propone un confine da cui qualcuno è escluso, e del resto se il Parlamento lo cambiasse si dovrebbe intervenire con delle risorse.

Quindi per il momento rimane questo testo".

La lotta del Comitato Opzione donna procede per ora al fianco delle compagne escluse a suon di hashtag #opzionedonnanessunaesclusa; basterà questa tenacia e gli emendamenti che verranno proposti a far cambiare idea all'esecutivo?