La relazione tecnica che accompagna la Legge di Stabilità 2016 prevede che entro la fine dell’anno saranno 32 mila e 800 le donne che matureranno i requisiti per andare in pensione anticipata con l'opzione donna. L’età necessaria per le lavoratrici è di 57 o di 58 anni e tre mesi, purché abbiano già versato almeno i 35 anni di contributi.
La cifra fornita dalla relazione è sconcertante se rapportata al periodo che va dall’anno dell’introduzione sperimentale dell’opzione donna, il 2004, fino al 2014: quasi 28 mila lavoratrici hanno scelto di andare in pensione anticipata accettando il calcolo dell’assegno con il solo metodo contributivo.
Opzione donna, ecco quante saranno ad accettarla entro fine 2015
È dunque, una vera e propria corsa all'utilizzo dell’opzione: il disegno di legge passato al Governo e attualmente al Senato permette alle lavoratrici di poter approfittare dell’opzione donna purché maturino la possibilità di andare in pensione entro la fine del 2015, tralasciando la decorrenza. Pertanto, in conseguenza delle finestre mobili, il regime è esteso di 12 o 18 mesi, a seconda che si tratti di una contribuente autonoma o dipendente.
Un'ulteriore specifica relativa all’opzione donna ci viene fornita dalla relazione che calcola che saranno 25 mila le lavoratrici del settore privato che matureranno i requisiti per andare in pensione con questo regime entro il 2015, e 7 mila e 800 quelle autonome.
Il computo totale contiene anche le 3.250 contribuenti che, pur potendo scegliere l’opzione donna, hanno deciso di continuare a lavorare ritardando la pensione.
Taglio dell’assegno dal 27 al 36% e nuovi requisiti pensione di vecchiaia 2016
La mancanza di certezze sulla riforma delle pensioni future induce le lavoratrici ad accettare le condizioni attuali dell’opzione donna, pur ritenute costose in termini di taglio dell’assegno pensionistico.
Il "Sole 24 Ore", infatti, calcola che su una pensione di 1.100 euro lordi mensili di una donna del settore privato, la riduzione è del 27,5 per cento, mentre per le autonome la riduzione si aggira addirittura sul 36 per cento.
La scelta in massa dell’opzione donna si spiega con l’innalzamento dell’età minima per ottenere la pensione di vecchiaia.
Nel settore privato, infatti, nel 2016 è previsto un successivo scalino per effetto del quale le dipendenti potranno andare in pensione se hanno già compiuto 65 anni e sette mesi (attualmente il minimo è 63 anni e nove mesi), mentre per le autonome si arriverà a 66 anni e un mese (oggi 64 anni e nove mesi).