Oramai il tempo stringe, dato che la prossima settimana inizia la discussione della Legge di Stabilità 2016. Il governo Renzi dovrà prendere una decisione sulle modifiche da apportare al sistema pensionistico italiano anche se, a quanto sembra, l'Esecutivo non ha alcuna intenzione di intervenire sulla struttura della legge previdenziale. Probabilmente, una vera e propria riforma delle Pensioni sarà fatta non prima del prossimo anno.

Si ad esodati e donne lavoratrici, no alla flessibilità

La tanto richiesta flessibilità sarà così applicata solo alle donne lavoratrici e ai disoccupati.

Le soluzioni allo studio del governo dovrebbero riguardare una settima salvaguardia per gli esodati, che potrebbe estendersi anche a coloro che hanno perso l’occupazione dopo il 2011 e una proroga dell'opzionedonna, quel sistema che dovrebbe consentire alle donne di lasciare il lavoro ai 57 anni di età, con un versamento di 35 anni di contributi. Quali sono le ipotesi allo studio dell'Esecutivo? Quasi sicuramente, nella prossima manovra finanziaria, troveremo la salvaguardia per gli esodati, cioè quelle persone che hanno perso il lavoro prima del 2012. Si sta pensando di estendere questa tutela anche per i lavoratori che hanno smesso di lavorare, perché licenziati, tra il 2012 e il 2015.

Potrebbe essere applicato una sorta di prestito previdenziale

Per questo motivo, appare evidente che la norma flessibile che possa consentire un abbassamento dell'età pensionabile, dovrebbe essere rimandata a tempi migliori, forse con un provvedimento ad hoc. L'ultima idea, di cui si è discusso in questi giorni, prevede l'uscita anticipata dal lavoro al raggiungimento dei 63 anni e 7 mesi di età e il versamento di 35 anni di contributi, con una penalità pari al 4 percento per ogni anno di anticipo rispetto agli attuali limiti previdenziali.

Questo sistema porterebbe ad una riduzione massima del 12 percento sull'assegno pensionistico. Una notizia che arriva in queste ore, mette in evidenza la possibilità di applicare il prestito pensionistico, dato che i costi graverebbero solamente sulle imprese e i lavoratori.