Il Governo Renzi continua a promettere per il 2016 la riforma Pensioni per modificare la legge Fornero introducendo nuovi elementi di flessibilità in uscita dal lavoro per la pensione anticipata come chiedono sindacati, opposizioni e anche componenti della maggioranza. La pensano diversamente alcuni economisti, tra i quali Giuliano Cazzola, già senatore del Popolo delle libertà guidato da Silvio Berlusconi ed esperto di sistemi previdenziali e mercato del lavoro, che ha commentato con Labitalia le prime misure in materia pensionistica inserite nella legge di Stabilità 2016 e le promesse del premier Matteo Renzi e del ministro del Lavoro Giuliano Poletti sulla riforma del sistema previdenziale che dovrebbe essere varata il prossimo anno.

La manovra del Governo Renzi criticata da Giuliano Cazzola

"Io sono contrario, basta la flessibilità - ha detto Cazzola - che c'è già nella riforma Fornero". Mentre ancora si attendono possibili ritocchi e altre novità sulle pensioni nella manovra di bilancio, bocciati dall'economista i provvedimenti già inseriti nel testo varato dal cdm, dunque la salvaguardia esodati, l'estensione opzione donna, la no tax area per i pensionati, la pensione anticipata con il sistema del part-time. "Si tratta di provvedimenti settoriali - ha detto Cazzola - per lo più sbagliati o inutili". Su prepensionamenti part-time "non credo - ha detto l'esperto - che la misura avrà successo. Farà la fine - ha aggiunto - del Tfr in busta paga, un'opzione completamente naufragata".

Sbagliati gli interventi su flessibilità e salvaguardia esodati

Bocciata anche la misura per la settima salvaguardia degli esodati. Cazzola ha spiegato che "una quota consistente di lavoratori salvaguardati ha una età intorno ai 55 anni" aggiungendo che le salvaguardie sono costate 12 miliardi di euro che invece potevano servire per creare nuovi posti di lavoro per i giovani.

L'economista ed ex senatore del Pdl salva solo l'estensione dell'opzione contributivo donna ma "a condizione che finisca lì e non diventi - ha detto - una misura ripetuta". Secondo l'esperto di previdenza e lavoro introdurre nuovi elementi di flessibilità in uscita dal lavoro per la pensione anticipata a 62 anni come propongono in molti e come promette il governo "significherebbe tornare ai trattamenti di anzianità magari - ha evidenziato Cazzola - con penalizzazioni socialmente insostenibili per fare quadrare i conti".