Quando si leggono queste storie si ha sempre la sensazione che la società stia fallendo in qualcosa. Non è possibile non avere più neanche la minima idea di quello che sia il rispetto dei ruoli, la distanza sociale tra gli alunni e i professori. La situazione del bullismo sembra aver cambiato i propri obiettivi: dai compagni di classe, adesso si è passati a prendere di mira addirittura gli stessi professori.

Vi avevamo raccontato tempo fa di situazioniparadossali verificatesi in alcunescuole d'Italia: professori derisi, insultati, presi a palline di carta.Storie in cui non reagisce nessuno per placare e fermare i bulli:non solo i compagni di classe, ma neanche i professori vittime degli abusi.

Adesso la situazione è addirittura peggiorata. Si è arrivati a riprendere i docenti ed a diffondere i video delle loro lezioni su WhatsApp, accompagnati da frasi di insulto e scherno.

Ecco cosa è accaduto in provincia di Torino

In provincia di Torino, è accaduto appunto che alcuni professori sono stati ripresi durante le lezioni. Il fatto è stato scoperto solo perché un professore ha notato alcuni ragazzi che con lo smartphone puntato nella sua direzione, ridevano senza curarsi della lezione e della presenza dello stesso docente in aula. Il professore ha sequestrato il cellulare e si è accorto dei video e delle conversazioni presenti, tuttedi scherno, nei confronti dei professori. La dirigente ha deciso di sospendere i ventidue alunni della classe, tutti tra i 12 ed i 13 anni.

Sei sono stati sospesi per un giorno, gli altri alunni per tre ore scolastiche.

In questa storia, alcuni professori avrebbero già manifestato la loro volontà di sporgere denuncia, ma i genitori avrebbero protestato contro la situazione: i cellulari non andavano sequestrati e non andava controllato il loro contenuto, per questo molti minacciano azioni legali per violazione della privacy.

Insomma, una situazione poco piacevole in cui la confusione domina ed intanto, ancora una volta, ne esce fuori la figura dei docenti poco rispettata. Queste storie sono senza dubbio una botta all'orgoglio non solo degli stessi professori, ma anche di tutti coloro che sognano di insegnare.