Se questa legge di riforma ha penalizzato maggiormente gli insegnanti della Scuola da 0 a 6 anni, quelli delle Sezioni Primavera non li ha nemmeno visti. Nate dalla legge finanziaria del 2007, le Sezioni Primavera furono costituite per dare risposta ai bisogni dei bambini dai 24 ai 36 mesi, in appoggio alla scuola dell'infanzia e con l'intento di dare continuità educativa. Il carattere altamente sociale in esse contenuto è costituito dal fatto che iscrivere i bambini in esse costa molto di meno che negli asili nido. Su Orizzonte Scuola si parla di loro e del grido di dolore raccolto da Liberato Gioia, il fondatore del Comitato per l'inserimento dei diplomati magistrale abilitante in Gae.

Una vita di lavoro precario che adesso rischia di scomparire per sempre.

La lettera

Sono Imma ed Antonella a scrivere a Liberato Gioia in rappresentanza di tante educatrici, dall'Abruzzo alla Sicilia, che sono impiegate nelle Sezioni Primavera aggregate alle scuole dell'infanzia statale. Da 8 anni, ossia da quel giorno in cui vennero approvate le direttive in Conferenza Unificata risalenti alla data del 14/06/2007, assolvono con abnegazione e passione per il loro lavoro la funzione di educatrici per i bambini in età compresa tra i 24 e i 36 mesi. Grazie alle proroghe dell'Intesa Nazionale in Conferenza Stato Regioni hanno potuto lavorare con una certa qual forma di tutela. In base al punto 6 della succitata intesa è stato possibile mantenere il posto di lavoro che permette di impiegare sempre lo stesso personale.

Purtroppo la continua riduzione di fondi ministeriali e regionali ha fatto sì che questo fosse stato possibile mediante il ricorso a continui contratti a progetto.

Da sperimentazione a realtà

Sono stati 8 anni di precarietà trascorsi senza certezzeper il rinnovo dei contratti per conservare il lavoro, superati solo grazie ai sorrisi dei piccoli che hanno dato la molla per continuare e non abbandonare il campo.

Le difficoltà riscontrate sono state notevoli specialmente al sud a causa del ritardo delle intese regionali. Qui meritano una lode quei dirigenti scolastici che si sono adoperati ugualmente basandosi solo sulle intese nazionali per garantire la continuità del servizio che svolgiamo. Attendiamo fiduciose lo sviluppo della riforma 0/6, ma al tempo stesso ci chiediamo come lo Stato intenderà tenerci in considerazione tutelando il nostro lavoro. Chiediamo semplicemente stabilità e mantenimento della specificità di questo progetto aggregato alla scuola dell'infanzia statale.