Il cantiere sulla riforma delle pensioni 2016 del governo Renzi è ancora in fase di costruzione e le discussioni e le ipotesi si avvicendano in maniera costante e continuata: l’ultimo ad intervenire in ordine di tempo è Maurizio Sacconi del Nuovo Centro Destra nonché Presidente della Commissione Lavoro al Senato. Il suo discorso, in quanto relatore, abbraccia tutta la Legge di Stabilità 2016 e contiene importanti spunti sulla questione della previdenza: di fatto, anche se espresso con molta moderazione, da parte di Sacconi vi è l’idea che le tre misure di riforma delle Pensioni messe in campo dal governo Renzi vadano in un modo o nell’altro emendate e rese più efficaci.

Sulla questione esodati, ad esempio, ha ricordato la presenza di una sorta di Sottocomissione, il cui ruolo sarebbe quello di effettuare un calcolo preciso delle posizioni rimaste scoperte, in maniera tale da intervenire in maniera emendativa su quanto previsto. Anche per quanto riguarda l’opzione donna è necessario un intervento, così come la riflessione sul part-time verte soprattutto sulla poca appetibilità della misura sia da parte delle aziende che da parte della platea di pensionandi. In parole povere, rischia di essere un fallimento su tutta la linea.

Nel frattempo, non si placano le polemiche intorno alla proposta di riforma del sistema pensionistico avanzata da Tito Boeri e la politica sembra sollevarsi soprattutto contro l’ipotesi di un taglio considerevole ai vitalizi dei politici e dei grandi manager pubblici.

L’ultimo ad intervenire è stato Renato Brunetta che ha chiesto di fatto le dimissioni del Presidente dell’Inps.

Esodati, opzione donna e part time: ultime news riforma pensioni 2016 governo Renzi

La situazione politica intorno al cantiere per la riforma delle pensioni 2016è piuttosto complessa: da un lato, troviamo Tito Boeri che vorrebbe il contributivo (mossa forse troppo penalizzante per essere ‘appetibile’ per un’uscita anticipata) e che contemporaneamente vorrebbe un taglio ai vitalizi; dall’altro c’è Cesare Damiano che ripropone la sua misura con massimo di penalizzazione all’8% con quattro anni di anticipo, ma sembra essere poco recettivo sul piano del taglio alle pensioni di politici e manager pubblici.

Infine, arriva anche la proposta Sacconi, sicuramente la più moderata, che prevede aggiustamenti alle misure inserite nella Legge di Stabilità. Sugli esodati, insomma, non basta la settima salvaguardia, andrebbe trovata una misura capace di risolvere definitivamente la vertenza e questo può essere fatto, dopo uno studio di settore, attraverso lo strumento dell’emendamento; richiesta emendativa, poi, anche per l’opzione donna: si richiede, infatti, di estrapolare la norma che prevede l’adeguamento all’aspettativa di vita e di permettere alle nate nell’ultimo trimestre del 1957 e del 1958 di accedere a un’beneficio’ che è comunque fortemente penalizzante e soprattutto ‘a costo zero’ per le casse dello Stato.

Infine, Sacconi chiede che venga rivista la proposta del part-time: senza giri di parole, il Presidente della Commissione Lavoro al Senato ritiene il provvedimento talmente poco appetibile sia per le aziende che per i lavoratori, che o va aggiustato o si risolverà in un nulla di fatto.

Insomma, il mondo politico è in fermento ma tutto tace da parte del governo Renzi: ma voi, cosa ne pensate della proposta Sacconi? E del silenzio del governo Renzi? Quale sarà la strategia del premier? In attesa di news sulla riforma pensioni 2016, vi invitiamo a cliccare su ‘Segui’ in alto sopra l’articolo.