La battaglia sulla riforma delle Pensioni del governo Renzi per il 2016 non si nutre soltanto di confronti politici ma anche di precisi dati statistici e di sondaggi d’opinione. Ad intervenire sulla questione della previdenza è Cesare Damiano, il quale ha sottolineato come, grazie ad un sondaggio della Confesercenti e dell’istituto SWG, soltanto il 49% dei potenziali beneficiari di forme di uscita anticipata con penalizzazione accetterebbero effettivamente l’ipotesi; il dato è importante nella misura in cui permetterebbe una stima a ribasso dell’investimento economico di cui necessiterebbe l’intervento.

Lo scontro, però, è soprattutto con Boeri, il quale incalza su una riforma strutturale della previdenza e chiede il taglio ai vitalizi dei politici, mentre Damiano sembra essere piuttosto tiepido – se non contrario – sulla questione e accusa Boeri di aver 'boicottato' la sua proposta con una stima a rialzo dei costi previsti. Contemporaneamente, è stato diffuso un report con annesso sondaggio d’opinione, organizzato da Ipsos e Edenred, che chiarisce una serie di questioni riguardo alla percezione che gli italiani hanno nei confronti del proprio futuro pensionistico: semplificando al massimo, è possibile affermare che gli italiani siano, tra i cittadini europei, i meno fiduciosi sul proprio futuro.

Insomma, ancora acqua al mulino di chi ritiene necessario un intervento di riforma delle pensioni per il 2016 e, anche in questa direzione, va letta la proposta di flessibilità sperimentale che Cesare Damiano intende suggerire al governo Renzi.

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I dati che cita Cesare Damiano sono piuttosto chiari: soltanto poco più della metà del 49% di coloro che accetterebbero un’uscita con penalizzazione, diciamo un 30% degli intervistati, lo farebbe con una penalità di circa il 10%; se la penalizzazione fosse invece contenuta entro il 5%, soltanto il 30% di questo 49% accetterebbe di andarsene in pensione prima.

Al di là dei dati, il discorso è chiaro secondo Cesare Damiano: una proposta di uscita flessibile e di riforma delle pensioni per il 2016, sulla scorta delle sue idee, costerebbe molto meno di quanto si possa ritenere: se la misura era stata stimata con un costo di circa 8 miliardi di euro, anche se tutto il 49% accettasse la penalizzazione, il provvedimento non costerebbe più di 4 miliardi di euro. In questo senso, la proposta di Damiano è di mettere in campo una forma di flessibilità in uscita sperimentale che permetta di valutare i costi e, soprattutto, l’appetibilità di una misura del genere; il presidente della Commissione Lavoro penserebbe ad un emendamento che conceda uscita anticipata di massimo 1 o 2 anni con parametri da definire.

Nello studio Edenred-Ipsos sui cittadini tra i 55 e i 64 anni d’età il risultato più clamoroso si è avuto proprio in Italia: lo studio ha, infatti, coinvolto 14 paesi dell’Unione Europea. Gli italiani, quando pensano al momento della pensione, sono di gran lunga i più sfiduciati d’Europa, con il 52% degli intervistati; importante anche il risultatoche riguarda coloro che stanno facendo piani sulla pensione o la sentono ‘vicina’: anche in questo parametro, l’Italia è all’ultimo posto, soltanto il 20% si sente ‘vicino’ alla pensione tanto da fare progetti contro la media europea del 32%.

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