Più passa il tempo e più la riforma scolastica non piace agli insegnanti sia di ruolo sia ai precari. Le ultime critiche riguardano il piano di assunzioni, pieno di ingiustizie soprattutto verso chi insegna a tempo determinato da anni e che è stato costretto a spostarsi fuori regione o a rinunciare a lavorare. Questi ultimi, oltre a dover rinunciare o a dover essere lontani chilometri da casa, magari con famiglia, si sono visti prendere il posto da persone che non hanno un'abilitazione o che hanno meno punteggi di loro e, tra l'altro, nella provincia di residenza.

I malumori si possono leggere sui principali social network ma anche parlando di persona con questi, purtroppo, eterni precari che di esperienza lavorativa ne hanno accumulata da anni.

Anche l'Unione Europea ha dato ragione ai precari decennali della scuola

A tal proposito prende parola l'avvocato Vincenzo De Michele, esperto anche dell’abuso del lavoro precario negli enti pubblici. L'avvocato sottolinea l'assurdità di tali immissioni in ruolo: invece di andare incontro a chi insegna da anni in modo instabile, a tempo determinato, si premia chi, invece, ha fatto meno gavetta. Facendo così, il governo Renzi è andato contro le numerose sentenze europee che esortavano l'Italia a mettere in regola e definitivamente il lavoro di precariato nel settore pubblico.

Invece di immettere in ruolo chi ha lavorato per anni per la Scuola pubblica, si è preferito premiare chi, invece, ha poco punteggio. Intanto continua a far discutere l’inciso “presunta sentenza europea” usato dal premier Renzi nella lettera inviata ai neoassunti.

Dubbi sulla fase B

La riforma della scuola è stata tanto attesa dagli insegnanti ma ha lasciato l'amaro in bocca non solo ai docenti ed aspiranti tali ma anche a chi rispetta la legalità e la dignità dei lavoratori.

È di questo parere l'avvocato De Michele che chiama la riforma "presunta" perché "ha creato pesantissime e ingiustificate discriminazioni": anche lui è amareggiato perchè con la Buona Scuola sono stati immessi in ruolo indiscriminatamente il personale immesso nelle graduatorie ad esaurimento, percone che non hanno prestato un solo giorno di servizio nella scuola pubblica o, peggio ancora, neanche nelle scuole paritarie.

Sorge spontanea una domanda: che le assunzioni “migratorie” della fase B fossero funzionali proprio per tale scopo? Sembrerebbe che la fase B abbia nascosto i posti vacanti per poi farli, miracolosamente, ricomparire nella fase C.