E' un vero e proprio scontro, anche se da Palazzo Chigi minimizzano, quello che si è aperto in questi giorni tra il presidente dell'Inps Tito Boeri e il presidente del Consiglio Matteo Renzi sulla riforma Pensioni. In questo momento delicato, con l'esame della legge di Stabilità in corso e ancora in attesa del via libera dell'Ue, l'economista bocconiano ha rilanciato il suo piano per revisionare il sistema previdenziale all'insegna dell'equità, inserendo nuovi criteri di flessibilità in uscita per la pensione anticipata e tagliando le pensioni più alte.

Pensioni, flessibilità, tagli: il premier boccia il piano del presidente Inps

Proposte che Boeri aveva già illustrato lo scorso giugno alla Camera, quando ancora il governo era intenzionato a intervenire radicalmente sulla questione previdenziale per riparare i "guasti" della legge Fornero. Ma ormai da qualche mese, secondo quanto si apprende da Palazzo Chigi, il "dossier" sulla riforma pensioni di Boeri era stato accantonato dall'esecutivo, sia perché per certi aspetti molto costoso sul fronte della flessibilità in uscita, ma anche dal punto di vista politico difficile da realizzare. In più l'esecutivo nel piano Boeri ha riscontrato anche possibili problemi di carattere giuridico. Da qui la decisione di rinviare la riforma pensioni e introdurre solo qualche novità sul fronte previdenziale per quanto riguarda la salvaguardia esodati, la no tax area per i pensionati, l'allargamento dell'opzione donna, la possibilità del prepensionamento col part-time.

Adesso il premier la mette così: "Penso sia un errore - ha detto evitando di parlare di flessibilità dopo un anno di promesse non mantenute - tagliare le pensioni. Dobbiamo - ha sottolineato Renzi - dare fiducia agli italiani". Così il presidente del Consiglio e segretario del Pd rivendica con forza la riduzione della pressione fiscale come cardine della manovra di bilancio, visto che vengono abolite la Tasi sulla prima casa e l'Imu agricola su terreni e imbullonati.

Renzi 'istituzionalizza' pool di economisti per la riforma delle pensioni

Il piano del presidente dell'Inps, però, secondo le stesso Renzi ha "un valore di equità". Ma i conti, almeno sul piano politico e del consenso, non tornano. E a quanto pare nemmeno i calcoli economici. Il pool di economisti al lavoro per Palazzo Chigi, ha sconsigliato al premier di non prendere in considerazione l'ipotesi di incardinare il piano Boeri nella legge di Stabilità 2016.

Diverse le ragioni che hanno spinto il governo a rinviare il tutto, non solo l'introduzione di nuove forme di flessibilità per la pensione anticipata ma anche le decurtazioni degli assegni previdenziali superiori a 2.000 euro come grosso modo propone Boeri. Dal punto di vista giuridico, invece su questo aspetto si teme il possibile giudizio di illegittimità da parte della Consulta. E i rapporti tra Renzi e Boeri? L'economista bocconiano rimarrà all'Inps o prenderà altre decisioni. Da Palazzo Chigi hanno spiegato all'Ansa che la collaborazione fra i due continuerà. Ma la notizia è che il pool di economisti sarà "istituzionalizzato" e affiancherà l'esecutivo anche nel cantiere per la riforma pensioni.

Lo scopo dell'istituzionalizzazione del pool di economisti è quello di depotenziare Boeri evitando "confusione di ruoli e proposte". A capo di questo team di economisti esperti di lavoro e previdenza dovrebbe esserci Tommaso Nannicini, che dovrebbe essere nominato da Renzi sottosegretario alla presidenza del Consiglio.