Mentre la Commissione Lavoro al Senato, presieduta da Sacconi, ha emanato un Odg (Ordine del Giorno) che chiede al governo Renzi di intervenire nel 2016 in vista di un 'aggiustamento' dei provvedimenti di riforma delle Pensioni contenuti nella legge di stabilità, arrivano le parole del ministro Poletti che, durante la trasmissione Porta a Porta, ha discusso a lungo le questioni che riguardano la materia previdenziale. Innanzitutto, il ministro del Lavoro ha sottolineato come non siano assolutamente in agenda tagli alle pensioni: la dichiarazione può sembrare favorevole per i pensionati, ma in realtà è probabile che le parole di Poletti abbiano un altro significato.

La bagarre politica, infatti, era nata soprattutto intorno alle parole di Tito Boeri che aveva chiesto, tra le altre misure di riforma della previdenza, di tagliare i vitalizi dei politici e dei grandi manager pubblici; in parole semplici, le dichiarazioni del ministro possono essere lette in questo senso: non vi saranno i tagli ai vitalizi e a tutte le pensioni cosiddette d'oro. Negli ultimi giorni, proprio a causa di questa proposta del presidente dell'Inps, Brunetta aveva chiesto le dimissioni di Tito Boeri; insomma, per il momento, sembra che tagli di questo genere non ve ne possano essere. Il ministro, comunque, è intervenuto anche sugli altri capitoli che riguardano la riforma delle pensioni e ci sono novità anche per quanto riguarda la flessibilità in uscita.

Poletti, la flessibilità nel 2016 e le ultime novità sulla riforma pensioni Renzi

Le dichiarazioni di Giuliano Poletti sono state considerate da più parti insufficienti: la questione della riforma delle pensioni per il 2016 sembra essere stata definitivamente rinviata. Se nei giorni scorsi Damiano e Sacconi sembrano spingere per l'inserimento di una norma di flessibilità in uscita di uno o due anni a carattere sperimentale, le parole di Poletti non lasciano adito a dubbi: la legge di stabilità resterà così com'è e per il momento bisogna attendere per una riforma delle pensioni che sia veramente strutturale.

Quando, infatti, gli è stato chiesto della flessibilità in uscita, il ministro ha ribadito che nella legge di stabilità è presente il provvedimento che istituisce il part-time e che rappresenta già una forma di maggiore flessibilizzazione; nonostante le critiche piovute da più parti, il fatto che si tratti di una norma realmente poco appetibile sia per i lavoratori che per le aziende, sembra che questa debba rimanere per il momento l'unica soluzione proposta dal governo Renzi.

Anche sul capitolo esodati, Poletti è sembrato andare con i 'piedi di piombo': al momento va bene la settima salvaguardia e, per quanto riguarda le decine di migliaia di ex lavoratori ancora esclusi dalle tutele, non si è detto nulla.

La riforma pensioni Renzi e la legge di stabilità 2016: quale giudizio dare?

Insomma, è chiaro come la lotta politica sembra languire nella misura in cui Matteo Renzi ha le idee ben chiare sugli interventi da mettere in campo sul welfare state: al momento, quello che contiene la legge di stabilità, con tutte le polemiche soprattutto per i tagli alle Regioni e alla sanità, rappresenta il massimo che il governo possa fare; in poche parole, nessuna riforma delle pensioni strutturale, tagli alla sanità e alle Regioni e qualche provvedimento giudicato populista e a fini elettorali (abolizione della Tasi).

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