Il Miur comunica la decisione di varare i nuovi ambiti territoriali in applicazione della legge 107. Icriteri generali saranno contenuti in una nota ministeriale che verrà inoltrata prossimamente a tutti i direttori scolastici regionali per quanto di loro competenza. Le OO.SS. presenti all'incontro col Miur hanno subito rilevato il rischio di compromissione della titolarità di cattedra per i docenti di ruolo assunti prima del 2015. E questo perché, contrariamente alle rassicurazioni fornite prima del varo della 107, chi chiederà la mobilità sarà obbligato a farlo all'interno dei nuovi ambiti territoriali voluti dall'esecutivo.
I docenti di ruolo che chiederanno di essere trasferiti rimetterebbero in discussione la titolarità di cattedra perché toccherà poi ai dirigenti scolastici cooptarli dagli ambiti per un incarico triennale.
La proposta indecente
Se la proposta di Faraone di varare una scuola senza interrogazioni ne compitiaveva suscitato l'ilarità generale, questa decisione di approvare gli ambiti territoriali ha provocato sentimenti totalmente opposti. Sui siti di Gilda e Flc Cgil riecheggiano di già i richiami al contenzioso se non verranno approvati alcuni emendamenti che verranno presentati il prossimo 14 dicembre. E questo perché potranno chiedere la mobilità professionale e territoriale quei docenti immessi in ruolo entro il 2014/2015 che accettino di presentare la domanda di trasferimento subordinata all'accettazione degli ambiti territoriali.
Non erano questi i patti
Nella presentazione degli ambiti territoriali si viene a configurare una discriminazione assurda tra docenti perché si sconvolge l'attuale panorama normativo sulla mobilità territoriale. Si cerca di introdurre forzosamente e progressivamente il criterio del contratto triennale rinnovabile minando la titolarità di posto con un potere totalmente discrezionale in mano ai DS.
L'insistenza con la quale il governo vuole questi ambiti territoriali si giustifica solo con la visione che lo stesso ha degli attuali docenti, tutti incapaci e facilmente assoggettabili al volere dei nuovi padroni. Per chi non ha voluto credere che la riforma si limitasse ai nuovi assunti e alle nuove forme di reclutamento, questo è un bruttissimo risveglio!