L'Italia riduce il numero delle infrazioni per violazione delle direttive europee a 22 dopo la decisione della Commissione Europea di chiudere la procedura aperta per abuso sul precariato scolastico; basta andare a www .politicheeuropee.it /attivita/ 15141/dati per verificare lo stato delle procedure ancora aperte e quello delle procedure sospese dove, oltre a quello del precariato nella Scuola, se ne trovano altre 6. Ne danno notizia i funzionari del Miur esprimendo tutta la soddisfazione per una decisione che conferma la bontà del lavoro svolto con la "Buona Scuola".

Ma stanno davvero così le cose e sull'abuso di precariato della scuola è stata messa la parola fine come dicono al Miur?

Una partita ancora aperta

Aspettando di conoscere le motivazioni della decisione della Commissione Europea sulla chiusura della procedura d'infrazione, l'aver immesso in ruolo i circa 90 mila docenti inseriti tra le Gm del 2012 e le Gae ha di fatto sbloccato quella stessa situazione che aveva portato l'UE ad aprire la procedura 5 anni fa. Ma se per davvero la pratica è chiusa bisognerebbe spiegare allora perché è attesa per maggio 20116 la decisione della Corte Costituzionale circa la giusta sanzione da irrogare per l'abuso dei contratti a termine. Anche questa decisione dei giudici italiani potrebbe aver convinto la UE a chiudere la pratica di infrazione.

Dopo i consistenti tagli di spesa alla scuola pubblica, adesso ci sono oltre 100mila precari con più di 36 mesi di servizio esclusi illegittimamente dal piano per i quali, come già annunciato da Anief, si ricorrerà ancora ai tribunali.

Cosa è una procedura di infrazione

A questa domanda risponde rivistaeuroopae.eu spiegando che si tratta di un ricorso per inadempimento composto da due fasi: la prima prevede la lettera di messa in mora per l'abuso segnalato e la seconda il parere motivato.

Tra queste due fasi lo stato membro chiamato a rispondere del suo operato può addurre le sue motivazioni che se considerate valide hanno l'effetto di chiudere la procedura d'infrazione e rendere non necessario emettere il parere motivato. Indubbiamente la legge 107 ha alleggerito la posizione del governo italiano sull'abuso dei contratti a termine nella scuola.

Ma fuori restano ancora tanti precari esclusi, considerando anche gli ATA completamente ignorati dalla riforma, per i quali il contenzioso non è chiuso perché resta la violazione della direttiva europea n.70/1999. La parola d'ordine sarà ricompattare il fronte dei docenti precari fino all'obbiettivo dell'immissione in ruolo senza alchimie governative di sorta.