"Bisogna correggere a fondo un sistema contributivo così rigido da sembrare puramente assicurativo. In realtà, il nostro è un sistema previdenziale, di welfare, che deve garantire dei tassi di solidarietà e redistribuzione". Ad affermarlo è l'esponente della Cgil Vera Lamonica, intervenendo a Radio Articolo 1 per un'intervista sul tema della previdenza, in vista dell'incontro unitario che si terrà il prossimo 17 dicembre tra tutte le principali sigle sindacali. L'obiettivo è formare una piattaforma di discussione che possa confrontarsi con l'esecutivo e la politica, per condividere le proposte di riforma del sistema.
Sullo sfondo resta l'intentodi "costruire dei meccanismi che coprano tutti coloro che sono entrati molto tardi e in condizioni precarie nel mercato del lavoro". Ma non mancano le proposte che puntano a flessibilizzare il meccanismo di ingresso nell'Inps, con un meccanismo che "prevede di andare in pensione prima [...] con un tetto a 41 anni di contributi per i lavoratori precoci" senza ulteriori penalizzazioni.
Riforma pensioni: serve anticipare la soglia dei 67 anni di età, anche per favorire i giovani
Stante la situazione, appare chiaro comeil tema dell'età pensionabile non possa essere limitato alle vicende dei precoci. Per tutti gli altri lavoratori, la Cgil propone di ripensare la "flessibilizzazione dell'età di uscita di qualche anno, rispetto ai sessantasette previsti", mentre il prepensionamento "non deve comportare un nuovo taglio del valore delle pensioni.
Non lo accetteremmo". Infine, resta da risolvere anche la questione delle Pensioni dei più giovani, per i quali bisogna puntare a dare stabilità nel lavoro e a garantire stipendi adeguati, visto che "la previdenza è sempre lo specchio del mercato del lavoro". Infine,resta fortemente critica l'idea che i giovani andranno in pensione con il contributivo oltre i 70 anni di età, un presupposto che rende di fatto "impossibile avere una società coesa".
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