L'anno 2016 potrebbe portare una riduzione nella stima della futura mensilità per coloro che accederanno alle agognate tutele pensionistiche: a riportarlo sono i rilievidi "Italia oggi", evidenziati inun articoloche suggeriscenuove stime in merito all'effetto del cosiddetto adeguamento alle aspettative di vita. Nella pratica, si tratta di un indicatore che viene applicato al calcolo dei requisiti anagrafici utili per ottenere l'ingresso nell'Inps. A partire da gennaio scatterà infatti la tagliola che prevede un allungamento di quattro mensilità rispetto al criterio in essere nel 2015, ma per le donne che svolgono un'attività autonoma questo meccanismo di calcolo potrebbe rendere necessario fermarsi sul luogo di lavoro fino a un anno e quattro mesi in più.
Facile comprendere per quale motivo la polemica sull'eccessiva rigidità dei criteri di pensionamento approvaticon la legge Fornero nel 2011 non esiti ad affievolirsi.
Riforma pensioni, ecco quale sarà l'effetto sugli assegni previdenziali
Stante la situazione, l'età anagrafica o contributiva di accesso alla pensione non rappresenta l'unica preoccupazione per i lavoratori in età avanzatache risultano in attesa della quiescenza. A pesare infatti sarebbe anche la riduzione dell'assegno dovuto con ilmetodo del ricalcolo contributivo, che prevede dei coefficienti di conversione certamente molto meno generosi di quanto non avveniva in precedenza, quando veniva applicato il metodo retributivo. Si parla di riduzioni che possono andare dal 2% all'8% per i continui aggiornamenti dei parametri di calcolo, proprio in virtù di un allungamento nell'aspettativa di vita.
D'altra parte, alcune delle ipotesi di riforma e flessibilizzazionenell'accesso alla previdenza attualmente in fase di discussione prevedono proprio l'accettazione da parte del lavoratore di un taglio della mensilità erogata, sebbene si parli sempre di un limite massimo annuo stimato attorno al 2 o 3%.
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