Il personale ATA della Scuola (ausiliari, tecnici e amministrativi) esce a bocca asciutta dalla pioggia di emendamenti alla legge di Stabilità 2016 che hanno accontentato numerose altre categorie.

Sono stati bocciati, infatti, due emendamenti, entrambi a firma Movimento 5 Stelle, che miravano al ripristino dei 2020 posti tagliati dalla legge di Stabilità 2015 e all’istituzione di corsi di formazione per il supporto agli studenti disabili.

Personale ATA e il ripristino dei 2020 posti tagliati

Un emendamento presentato dalla rappresentate del Movimento 5 Stelle Maria Marzana chiedeva, per favorire un funzionamento efficiente del settore istruzione, il ripristino dei 2020 posti tagliati al personale ATA con la precedente legge di Stabilità.

Si tratta di un taglio i cui effetti sulla organizzazione scolastica sono stati amplificati dal contemporaneo blocco delle supplenze e la bocciatura dell’emendamento, che avrebbe dovuto funzionare da correttivo, tradisce l’impegno che lo stesso Miur aveva annunciato a favore della sua approvazione.

Bocciata la formazione per il personale ATA

Il secondo emendamento riguardante il personale ATA della scuola, anch’esso bocciato dalla commissione Bilancio della Camera, prevedeva l’istituzione di corsi di formazione da destinare ai collaboratori scolastici e con i quali assicurare agli studenti portatori di disabilità una migliore assistenza.

Anche in questo caso, la proposta del Movimento 5 Stelle è stata bocciata per mancanza di fondi, nonostante fosse stata approvata all’unanimità dalla commissione Cultura.

Le rivendicazioni del personale ATA: gli unici precari della scuola

I due episodi legati alla legge di Stabilità riguardanti il personale ATA contribuiscono ad inasprire le rivendicazioni di questa categoria di lavoratori della scuola. Rivendicazioni già oggetto di una lettera aperta al presidente del Consiglio Matteo Renzi con la quale, nei giorni scorsi, i rappresentanti del personale ATA chiedeva conto dell’indifferenza mostrata nei loro confronti.

I collaboratori scolastici chiedono, in pratica, la stessa considerazione mostrata nei confronti degli insegnanti con i provvedimenti legati alla riforma della Buona Scuola e con i quali si è inteso risolvere il problema degli insegnanti precari.

I lavoratori tecnici e amministrativi rimangono gli ultimi precari della scuola, per i quali, secondo le rivendicazioni, non sembrano essere valide le condanne della giustizia europea sul precariato, né i bonus per la formazione concessi ai docenti.

Una disparità di trattamento che va a discapito di una categoria essenziale per il buon funzionamento del comparto istruzione.