E’ saltato il tavolo delle trattative tra i sindacati riuniti (Cisl, Uil, Cgil, Gilda e Snals) ed il ministero dell’Istruzione per l’argomento scottante della mobilità degli insegnanti a partire dal 2016 dopo l’entrata in vigore della Legge 107 del 2016. Punto cruciale sono i nascenti ambiti territoriali all’interno dei quali o tra i quali i docenti verranno spostati d’ufficio.
Quasi tutti i meccanismi della mobilità finora utilizzati, invece, andranno in pensione: ci sarà ancora la mobilità a domanda, ma potrà essere attuata solo tra gli ambiti territoriali.
Ciò vuol dire, scrive il quotidiano Italia Oggi, che gli insegnanti potranno fare domanda di trasferimento, ma dovranno spostarsi da un ambito all’altro, senza avere un’idea precisa della sede che verrà assegnata loro d’ufficio, con incarico triennale.
Mobilità scuola 2016: come avverrà la chiamata diretta e trasferimento docenti fasi 0, A e sostegno
In questo sistema autoritativo, andrà a pieno regime la chiamata diretta dei presidi voluta da Renzi: saranno i dirigenti scolastici a manifestare la volontà di conferire l’incarico ai docenti che faranno domanda di trasferimento o di passaggio. Restano esclusi da questo meccanismo gli insegnanti assunti nelle fasi 0 e A e i docenti di sostegno delle scuole secondarie di secondo grado: per i primi verrà assegnata una sede definitiva di titolarità al termine delle operazioni di mobilità di quest’anno, mentre gli insegnanti di sostegno otterranno la titolarità della sede dove attualmente stanno lavorando.
Ambiti territoriali: la domanda di mobilità dei docenti di fase B e C
Discorso diverso per i nuovi immessi in ruolo nelle ultime due fasi della Buona Scuola, la B e la C, i cui insegnanti verranno collocati nei nascenti ambiti territoriali. Ma, a ben vedere, questi ambiti differiranno dalla sede provvisoria alla quale sono stati per il momento immessi.
Infatti, come già emerso dal precedente incontro al ministero dell’Istruzione, la mobilità degli insegnanti di fase B e C sarà effettuata con un rimescolamento di entrambi i canali e non ci sarà differenza tra le due fasi di immissione in ruolo. Ognuno potrà scegliere, mettendo in ordine di preferenza, nella domanda che dovrà presentare nei primi mesi del 2016, tutti i presunti 380 ambiti territoriali che avranno la grandezza del territorio pari a un terzo di quello delle province, ma molto più estesi dei distretti scolastici attualmente in vigore.
Mobilità docenti, domanda febbraio ad occhi chiusi
Proprio l’aumentata grandezza territoriale degli ambiti recherà più di un problema ai docenti interessati alla mobilità. Infatti, più grandi saranno gli ambiti, più saranno i chilometri da percorrere per raggiungere la scuola di servizio, oltre ai costi da affrontare senza benefici fiscali. Proprio per queste motivazioni i sindacati hanno chiesto al ministero di rimandare di un anno la riforma degli ambiti, ma il Miur ha manifestato la perentorietà nell’andare avanti a pieno regime nella riforma. Anche perché, argomentano i sindacati, a febbraio, quando i docenti dovranno fare la domanda di mobilità, dovranno presentarla senza conoscere quali saranno gli effettivi ambiti, la cui istituzione è fissata per la fine di giugno 2016.