Il popolo degli 'invisibili' della scuola comprende anche e soprattutto quei precari dell'infanzia, inclusi nelle graduatorie ad esaurimento e dalla vecchie graduatorie di merito: lavoratori che attendono importanti risposte dal Ministero dell'Istruzione che, invece, continua imperterrito a starsene in silenzio. La scorsa estate, nel mese di agosto, circa quindicimila precari della Scuola dell'infanzia inviarono come i loro colleghi regolare domanda di assunzione, salvo poi scoprire che il piano straordinario 'megagalattico', osannato a destra e a sinistra, aveva riservato la bellezza di posti zero per le scuole materne.

Precari infanzia, news 14 dicembre: 'Miur, vogliamo risposte'

A cosa sono servite quelle domande e quale sarà soprattutto il futuro di oltre 25.000 docenti presenti nelle GaE e nelle GM? Sul sito specializzato 'Tecnica della Scuola' è stata pubblicata la toccante lettera di Lucia, precaria GaE dell'infanzia, che denuncia l'indifferenza del Ministero dell'Istruzione di fronte alla situazione che si è venuta a creare. In tutti i modi, viene scritto nella missiva, si sta cercando di avere un contatto con i politici, ma al momento non si ancora nulla su quale sarà il destino dei precari dell'infanzia: del percorso 0-6 anni si sono perse le tracce, nè tanto meno si conoscono i tempi di realizzazione.

Scuola e concorso 2016, 6800 posti per l'infanzia: e chi aspetta da anni nelle GaE e nelle GM?

La domanda che si pone Lucia è perchè all'infanzia è stato riservato un diverso trattamento rispetto a quanto successo nelle altre classi di concorso. Il Miur continua a porre la propria attenzione sul prossimo concorso 2016 che metterà a disposizione 6.800 posti per l'infanzia ma ci si chiede dove sono andati a finire i diritti acquisiti fin qui da tutti i precari delle GaE o da chi era iscritto alle vecchie GM.

Perchè l'infanzia è stata discriminata? Perchè questi precari sono stati trattati in maniera diversa ed è stata chiusa loro la porta in faccia? Lucia si chiede, in conclusione della sua lettera, se si potranno avere presto delle risposte certe e positive, confidando nel buon senso della politica: il problema è che nella Buona Scuola Renzi-Giannini, sembra che manchi primariamente proprio quello, il buon senso.