Una delle motivazioni principali che spingono le aziende o gli istituti di ricerca a lasciare a casa i lavoratori, i ricercatori e il resto del personale, è quella relativa allamancanza di risorse economiche per sostenere il pagamento degli stipendi. Tuttavia, in molti casi la realtà mostra situazioni ben diverse, in quanto la liquidità è sempre presente per pagare gli elevati premi o le indennità spettanti ad alti dirigenti, che peraltro sono già ben retribuiti. L'ultimo di questi casi, in ordine di tempo, è quello relativo al CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche).

Precari a casa, ma i fondi per indennità e immobili ci sono

La questione è emersa durante una protesta messa in atto nella sede di Pisa del CNR, dove numerosi ricercatori erano stati avvertiti della possibilità di perdere il lorolavoro,a causa della "mancanza di fondi", secondo le notizie giunte all'ente da Roma. Il personale a rischio licenziamento beneficia di uno stipendio annuo che si aggira intorno ai 20.000 euro, ma lo scandalo è scoppiato quando, pochi giorni prima del benservito, il CDA dell'ente ha stanziato la ragguardevole cifra di 1,2 milioni di euro per finanziare le"indennità di responsabilità" ad alti dirigenti, tra l'altro già adeguatamente remunerati.

La somma è stata suddivisa in una cifra variabile fra i 4 e i 10 mila euro per ogni singolo dirigente.

Inoltre, la polemica è montata anche in seguito alla contestuale decisione di affidare in concessione i servizi di bar, ristorazione e catering di tutte le sedi, per una spesa complessiva di 60 milioni di euro in 5 anni. Non mancano altre spese "discutibili", come l'acquisto di autovetture per circa 300.000 euro e gli investimenti immobiliari, con l'ente che "vanta" una consistenza patrimoniale, in quest'ambito, di ben 730 milioni di euro.

Tutti questi numeri evidentemente non bastano per il mantenimento dei posti di lavoro, e gli esponenti sindacali hanno dichiarato che il numero complessivo di persone che rischiano di restare a casa è di almenoun migliaio.