Per dare risposte adeguate alla questione della disparità sui trattamenti previdenziali tra uomini e donne in Italia occorre individuare della soluzioni che diano alle lavoratrici "servizi alla persona, per l'infanzia e per l'autosufficienza" e che permettano nello stesso tempo dalle donne di poter portare avanti regolarmente e senza eccessive fatiche "una carriera lavorativa più continua". Prepensionamenti più flessibili e la stabilizzazione dell'opzione donne per la pensione anticipata con il sistema contributivo proposte nel quadro della riforma Pensioni, "non sono la soluzione strutturale del problema".

Pensioni uomini e donne in Italia: differenze di genere 33%, più bassa media Ue

Lo ha detto il direttore del dipartimento Lavoro e welfare di Confindustria, Pierangelo Albini, oggi durante l'audizione in commissione Lavoro pubblico e privato a Montecitorio nell'ambito dell'indagine conoscitiva avviata nei mesi scorsi e prorogata ieri sull'impatto della legge Monti-Fornero in termini di genere e quindi sulla differenze presenti tra donne e uomini. "Dobbiamo lavorare - ha aggiunto Albini esprimendo le posizioni di Confindustria sulla riforma pensioni - sulle condizioni che rendono possibile alle donne avere percorsi lavorativi più simili possibili - ha spiegato - a quelli degli uomini". Ecco alcuni dati sul welfare e le pensioni forniti dall'organizzazione degli industriali.

Riforma pensioni, riprende l'esame dei ddl per la flessibilità in uscita alla Camera

"Il differenziale medio tra pensioni di uomini e donne - ha detto il direttore del dipartimento Lavoro e welfare di Confindustria - si aggira attorno al 33%. Un dato significativo - ha aggiunto Pierangelo Albini secondo quanto riferisce l'agenzia Public Policy - ma più basso della media europea".

Tre le cause principali di questo problema secondo Confindustria: gli stipendi mediamente più bassi, carriera lavorativa discontinua e più breve (considerato "il cuore del problema") e la minore partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Questo una parte del contributo tecnico fornito oggi da Confindustria alla commissione Lavoro dove ieri è ripreso con la riunione del comitato ristretto ad hoc l'esame dei ddl per la flessibilità in uscita già sottoposti all'attenzione del Governo Renzi che ha promesso di intervenire sulla riforma pensioni entro il 2016.