Risoluzione unilaterale per i dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni che abbiano raggiunto la massima anzianità contributiva maturando il diritto alla pensione anticipata. Lo prevede il decreto legge n. 90/2014 del ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia.
Uscita anticipata prima dei 62 anni di età
Stando all'art.1 del dl Madia recante le disposizioni per il ricambio generazionale nel settore pubblico, infatti, le Pubbliche Amministrazioni potranno collocare a riposo forzoso i dipendenti che, sono in possesso di almeno 42 anni e 10 mesi di contributi se si tratta di uomini e 41 anni e 10 mesi di versamenti contributivi se si tratta di donne, anche prima del compimento del 62 esimo anno di età anagrafica senza andare incontro alle penalizzazioni.
Si tratta di una misura che verrebbe attuatasino al 2017 visto che, la nuova legge di stabilità entrata in vigore dal primo gennaio, ha previsto l'abrogazione delle penalizzazioni previste dalla Fornero. La vecchia normativa pensionistica, infatti, ha previsto il taglio pari all' 1-2 % sull'assegno previdenziale per tutti i lavoratori che hanno deciso di interrompere l'attività lavorativa prima del compimento dei 62 anni di età anagrafica andando a penalizzare circa 25 mila lavoratori che hanno usufruito del trattamento pensionistico in una data antecedente il 2015.
Risoluzione unilaterale obbligatoria e facoltativa
Stando al dl Madia, le PA potranno attivare la cosiddetta risoluzione unilaterale obbligatoria nei confronti dei dipendenti che abbiano compiuto il 65 esimo anno di età con diritto a pensione entro il 2011.
La risoluzione facoltativa del rapporto di lavoro, invece, potrà essere attivata al raggiungimento di 40 anni di versamenti contributivi. Qualora il lavoratore maturasse tale requisito dopo il 2017, la risoluzione non potrebbe essere attivata prima del compimento di 62 anni di età visto che, andrebbe incontro alle penalizzazioni. Da segnalare che, la risoluzione facoltativa non si potrà applicare ai professori universitari, al personale di magistratura, ai responsabili del Servizio Sanitario Nazionale e agli appartenenti alle forze dell'ordine e di polizia.