Continua a tenere banco la discussione sulla riforma Pensioni 2016. In molti sembrano sottovalutare l'influenza dell'Unione Europea su una delle più importanti riforme che il governo Renzi è chiamato - dai cittadini - a compiere nel corso di quest'anno, come peraltro ha promesso il premier alcuni mesi fa. In realtà l'Ue potrebbe giocare un ruolo decisivo, sopratutto alla luce delle ultime dichiarazioni del presidente della commissione Junker, che ha sottolineato come i rapporti tra Bruxelles e l'Italia non sono, ad oggi, dei migliori. Ma perché l'Unione Europea eserciterebbe un ruolo così importante?

Riforma pensioni, la flessibilità dell'Unione Europea

L'attesa dei lavoratori italiani è tutta per la riforma pensioni di Renzi. Esisterebbe però il pericolo che la nuova riforma previdenziale abbia l'etichetta, la firma, dell'Unione Europea. Perché? In una recente intervista rilasciata a SkyTg24, il presidente dell'Inps Tito Boeri, parlando dell'introduzione della pensione anticipata, ha sottolineato come l'Italia potrebbe ottenere dall'Ue quella flessibilità necessaria per favorire i pensionamenti anticipati, in modo tale da far scendere il tasso di disoccupazione giovanile offrendo maggiori possibilità di lavoro ai più giovani. In molti sembrerebbero aver sottovalutato le dichiarazioni di Boeri, in particolar modo questo passaggio.

Quando Boeri dice che il nostro Paese potrebbe ottenere dall'Unione Europea quella flessibilità, per il professore Inps da destinare al provvedimento sulle pensioni, sta affermando in parole povere che il margine economico - evidentemente indispensabile - per fare la riforma dipenderà tutto o quasi dalla flessibilità che ci concederà l'Ue.

E proprio di quella flessibilità ha parlato Junker in occasione del suo affondo contro Renzi e il governo italiano, ribadendo come sia stato lui - e non il segretario del Partito democratico - ad aver introdotto la flessibilità. Dichiarazioni che dovrebbero mettere in allarme i lavoratori italiani, che attendono con ansia la nuova riforma delle pensioni.

Non è, d'altronde, la prima volta che l'Unione Europea detta - tra virgolette - le regole del gioco. Basti pensare soltanto alla legge Fornero, e in più generale al governo Monti: quale migliore espressione dell'austerity Ue? Ad oggi, forse, nessuna. Ad onor di cronaca, prendiamo atto della replica, forte, del presidente del Consiglio, che in un'intervista al direttore del Tg5 Clemente Mimum ha gonfiato il petto affermando che la flessibilità è stata introdotta da Bruxelles soltanto dopo la forte insistenza del governo italiano e che il tempo in cui si poteva telecomandare la linea Bruxelles-Italia è finito, chiedendo infine rispetto per un grande Paese qual è l'Italia.

Unione Europea e pensioni, cosa c'è da sapere

In precedenza abbiamo detto che la riforma pensioni della Fornero, su cui recentemente si è espresso Matteo Salvini,è espressione dell'austerità tanto cara all'Unione Europea. I danni che tale legge ha fatto sono sotto gli occhi di tutti, dagli esodati ai lavoratori precoci, senza dimenticare la difficoltà che i giovani di oggi hanno nel trovare un posto di lavoro, dato dall'assenza di flessibilità in uscita. La legge Fornero è ormai datata però. Qual è il pensiero attuale di Bruxelles sulle pensioni? Senza andare in Grecia, ricordiamo un documento che risale a dicembre, stilato dalla commissione Ue e che ha come tema l'adeguatezza delle pensioni.

Fondamentalmente l'intero documento si può sintetizzare in tre parole: stop ai prepensionamenti. Entrando nel dettaglio, si può leggere inoltre che secondo l'Unione Europea in un non meglio precisato futuro si dovrà versare contributi per 40-45 anni, senza interruzioni nella carriera lavorativa. Un utopia che, qualora passi la linea Ue, diventerà realtà anche nel nostro Paese. A patto che si trovi lavoro.