Giunti all'1 gennaio del 2016, e dopo avervi parlato delle penalizzazioni per le donne, possiamo fare un resoconto su ciò che cambierà a riguardo della riforma Pensioni e, in particolare, per l'opzione donna. La riforma Fornero del 2011, infatti, aveva confermato fino al 31 dicembre del 2015 la possibilità per le donne di andare in pensione in anticipo, a condizione che venisse accettata una decurtazione sull'assegno. È un'alternativa importante perché permette l'uscita anticipata di diversi anni rispetto alle regole ordinarie che richiedono almeno 41 anni e 10 mesi di contributi o il raggiungimento dell'età di 66 anni e 7 mesi per le donne del settore pubblico, di 65 e 7 mesi per le donne del settore privato e di 66 anni e 1 mese per le donne autonome assieme a 20 anni di contributi.
Opzione donna: requisiti
L'opzione donna è riservata alle lavoratrici iscritte all'assicurazione generale obbligatoria o a fondi esclusivi che hanno una contribuzione certificabile al 31 dicembre del 1995. Non possono godere dell'opzione donna, invece, le lavoratrici iscritte alla gestione separata. Le donne che volessero usufruire di tale possibilità devono avere 57anni e 3 mesi di età (58 anni e 3 mesi per le donne autonome) e 35 anni di contribuzione entro il 31 dicembre 2015.
Chi opta per l'opzione donna, per effetto del sistema di calcolo contributivo, subirà mediamente una decurtazione sul proprio assegno che va tra il 25 e il 30% rispetto a quanto avrebbero percepito grazie al sistema misto.
Influisce molto anche l'età delle lavoratrici, le caratteristiche di carriera, la retribuzione e l'anzianità maturata. La riduzione, come è ovvio che sia, dipende anche dalle caratteristiche personali di ciascuna lavoratrice: se la lavoratrice ha una carriera anticipata, la riduzione dell'assegno pensionistico sarà certamente minore.
Riforma pensioni, chi non potrà fruire dell'opzione donna?
Sono escluse dall'opzione donna le lavoratrici che hanno raggiunto il diritto al trattamento pensionistico in base ai requisiti previsti al 31 dicembre 2011 o ai requisiti nuovi introdotti dalla Riforma Fornero. Non possono beneficiarne, inoltre, le lavoratrici che sono destinatarie degli assetti della salvaguardia, introdotte dopo il 2011 a favore degli esodati. È prevista l'applicazione del sistema contributivo alle regole di calcolo e non è richiesto, quindi, un importo minimo per chi accede alla pensione in base alla disciplina del sistema contributivo.