Le ultime novità al 17 febbraio sulle Pensioni precoci giungono da Emiliana Alessandrucci che ci ha gentilmente concesso questa intervista esclusiva per cercare di spiegare il suo punto di vista sulla polemica innescatasi sulla sua proposta di Quota 41 con contributivo. Se da un latoilavoratoricontinuano a sostenere il Ddl 857 di Cesare Damiano che permetterebbe loro di accedere alla quiescenzasenza alcuna decurtazione dopo 41 anni di contributi versati ed indipendentemente dall'età anagrafica, dall'altro proprio per difendere tale diritto scenderanno in piazzadavanti aMontecitorio domani 18/2.

Per la presidente del Colap l'unico sistema al momento sostenibile per tutti coloro che vogliono uscire prima dal mercato del lavoro, seppur penalizzante e dai lei stessa poco amato, è probabilmenteil calcolo contributivo dell'assegno pensionistico. Ma dice l'Alessandrucci se il contributivo è l'unica modalità allora deve valere per tutti, anche per i precoci. Ecco in dettaglio le sue considerazioni e le ragioni che hanno alimentato la sua idea.

Diritto indiscusso ma come renderlo fattibile?

La scorsa settimana nella puntata 'Di martedì 'si è parlato di pensioni, tra gli argomenti trattati anche la tematica dei precoci. Lei ha proposto la quota 41 con contributivo, questa idea ha alimentato moltissime polemiche tra i lavoratori precoci.

Può spiegarci in dettaglio le ragioni delle sua proposta?

Onestamente non capisco lo stupore e l'aggressività (quella in realtà non la comprendo mai). I lavoratori precoci sono persone che hanno diritto, proprio per il numero di anni che hanno lavorato a potersi riposare e passare questa seconda parte della vita in modo meno faticoso e logorante della prima parte.

Il loro diritto è indiscusso ovviamente dopo così tanti anni di contributi. Il punto è come rendere questo fattibile, cioè una proposta realizzabile e responsabile. Il contributivo è autosostenibile e fattibile ovviamente e chiede delle penalizzazioni, il retributivo potrebbe essere giusto in termini formali, ma è insostenibile economicamentee finanziariamente.

E poi il punto che davvero non comprendo e che mi fa temere davvero in un'evoluzione individualista e fortemente egoista della società è perché accettare che i futuri pensionati (parlo di noi, le vittime del lungo periodo della Fornero) dobbiamo accedere al contributivo e altri che chiedono deroghe no! Decidiamo di stare dalla stessa parte.. se il contributivo è ingiusto per i precoci lo è anche per chi verserà per 40 anni andrà in pensione a 67/70, se invece è l'unico sistema sostenibile lo deve essere per tutti. Ecco su questo si costruisce l'equivoco e lo scontro, anche generazionale, non sono una sostenitrice del contributivo secco, preferivo un sistema misto più equo, ma poi c'è il ricatto con la fattibilità...

vuoi avere una deroga alla legge l'unica alternativa che hai è il contributivo! non è detto che sia la cosa giusta ma l'unica realizzabilee faccio presente che chi oggi si scaglia contro il ricalcolo della pensione col contributivo (per evitare il requisito dell'età anagrafica) non è stato accanto alle nostre battaglie per evitare che il passaggio dal retributivo al contributivo non creasse una società di nuovi poveri.