Le ultime notizie sulle pensioni, ci rivelano che il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, ha lanciato un sasso in uno stagno dove le acque non sono certamente cristalline. Metafore a parte, Nannicini, come abbiamo riportato in un nostro precedente articolo, a margine di un convegno presso l'Istat, ha dichiarato che è intenzione del governo “se il quadro di finanza pubblica lo consentirà”, mettere mano al sistema pensionistico italiano con la legge di stabilità 2017. I tempi ora non sono ancora maturi per una revisione della legge Fornero, che tanti guasti ha provocato nel sistema sociale ma che ha portato tanti benefici al sistema economico ed alle casse dello Stato.
Queste affermazioni non potevano passare inosservate dopo mesi di promesse e garanzie mai mantenute. A ribellarsi ai proclami ci ha pensato subito la Cisl di Anna Maria Furlan.
La Cisl all'attaco del governo sul rinvio delle modifiche alla legge Fornero
La responsabile nazionale della Cisl, Anna Maria Furlan, replica alle parole ed all'annuncio del sottosegretario Nannicini, con durezza ma anche realismo. Cosa di ce la Furlan? Qual è la sua replica a Nannicini? Furlano sostiene che è giunta l'ora di passare ai fatti. E' l'ora di smetterla con proclami ed annunci e false promesse. Il sindacato, ma i lavoratori soprattutto sono stanchi e stufi delle false promesse del governo del premier Matteo Renzi.
“E' da un anno che assistiamo ad annunci da parte del governo”. Se Nannicini conferma che è intenzione dell'esecutivo metter mano alla revisione della legge Fornero “la peggiore d'Europa sulle Pensioni”, convochi subito i sindacati e dichiari aperto il tavolo di trattative sul sistema pensionistico senza se e senza ma.
Anche Damiano insiste sulla flessibilità
Anche Cesare Damiano, Presidente della commissione Lavoro della Camera, è più volte intervenuto in questi giorni sulla questione flessibilità a difesa in particolare della quota 41 richiesta ed invocata dai lavoratori precoci. L'ex Cgil ha infatti ancora una volta tuonato a tal proposito affermando che è umanamente e politicamente inaccettabile ed insopportabile che si protragga nel tempo una vertenza che ha del grottesco.
Lavoratori (i precoci) che hanno tutti i requisiti contributivi, non possono andare in pensione solo perché qualcuno (si intenda burocrati europei) mette veti che impediscono di correggere il nostro sistema previdenziale. “Il 2016 deve essere l’anno della flessibilità delle pensioni”, aggiunge Damiano sperando che il governo, come promesso da Nannicini metta veramente mano al “peggior sistema pensionistico europeo”.
Seguiteci, vi terremo come sempre informati