Aumentano sempre più i sostenitori dei lavoratori precoci e della quota 41. Oltre al vicepresidente della Commissione Lavoro che continua a insistere, anche nel suo ultimo post su Facebook,sulla necessità di approvare entro il 2016 la flessibilità in uscita a partire dal suo Ddl 857, ora i lavoratori possono contare anche sull'appoggio dell'economista Nino Galloni e del leghista Pierpaolo Roberti.Entrambi, intervistati di recente, hanno espresso piena solidarietà ai lavoratori precoci. Andare in pensione dopo 41 anni di contributi versati è un diritto a prescindere dall'età anagrafica.

Ecco i dettagli degli interventi.

Damiano, la riforma pensioni è necessaria per risolvere il problema dei precoci

Cesare Damiano in un post di poche ore fa sulla sua pagina ufficiale Facebook, torna ad incitare il Governo Renzi su quelle che definisce le priorità del 2016 e sui suoi desideri: "Vorrei che il 2016 - dice speranzoso il vicepresidente della Commissione Lavoro-fosse dedicato a realizzare la flessibilità delle pensioni e risolvere il problema dei lavoratori precoci". Il 2016 -continua Cesare Damiano- dovrebbe altresì essere l'anno in cui sicorreggono le disfunzioni del Jobs Act, rendendo strutturali gli incentivi e limitando l'uso dei voucher. Occorrerebbe -precisa infine- prolungare l'uso degli ammortizzatori sociali che scadranno a metà dell'anno per centinaia di miglia di lavoratori che diventeranno disoccupati.

Nino Galloni, novità precoci: deve sparire il limite anagrafico

L'economista Nino Galloni, intervenuto nella trasmissione Tagadà, ha affrontato il tema dei lavoratori precoci facendo presente che è giunto il momento di riformare il sistema pensionistico attuale cambiando la 'mentalità' di base. Per poter accedere alla quiescenza non si dovrebbe-dice-tener conto del requisito anagrafico, ma unicamente degli anni di contributi versati.

Dopo 41 anni di contributi versati è un diritto poter andare in pensione e sarebbe più che corretto lasciare libera scelta ai lavoratorisu quando ritengono opportuno accedere alla quiescenza. Sul principio della libertà di scelta si battono anche le lavoratrici che ambiscono all'estensione dell'opzione donna. Secondo l'economista Galloni bisognerebbe poter andare in pensione quando lo si desidera e avere un assegno commisurato agli anni contributivi realmente versati.

Questo in fondo è quello che richiedono i lavoratori precoci: quota 41 senza se e senza ma. Pieno appoggio dunque al Ddl 857 a prima firma Damiano-Baretta.

Pierpaolo Roberti, Lega Nord Trieste: rivendica in diretta la Quota 41

Nella trasmissione 'Sveglia Trieste' su Tele 4, il 18 marzo è intervenuto il Segretario provinciale della Lega Nord Pierpaolo Roberti, che, come si può evincere osservando dal 37.55 minuto in poi il video allegato,harappresentato le rivendicazioni dei lavoratori precoci.

Andare in pensione dopo 41 anni di lavoro è un diritto sostiene Pierpaolo Roberti, che ricorda come la Lega Nord sia sempre stata contraria alla Legge Fornero che ha creato anche il dramma degli esodati e che sta impedendo il necessario ricambio generazionale nelle aziende.

Tenere al lavoro persone che avrebbero tutti i requisiti per poter accedere alla quiescenza -dice- impedisce ai giovani di poter accedere al mercato del lavoro. È doveroso mandare in pensione i lavoratori precoci considerando solo gli anni contributivi versati indipendentemente dall'età anagrafica.

Aumentanoi sostenitori dei precoci e di Damiano, basterà questo a convincere Renzi?