Di concreto in queste settimane non ci sono vere notizie e novità sulla riforma Pensioni con flessibilità in uscita per la pensione anticipata: le proposte sono arcinote come anche le posizioni del governo, dei parlamentari e dei partiti, dell'INPS. Segnaliamo che in questo fine settimana del 19-20 marzoCesare Damiano si è detto convinto che con la prossima Legge di Stabilità qualcosa verrà fatto (quindi non prima di fine 2016 - inizio 2017) e che la proposta di Tito Boeri per una pensione anticipata a 63 anni col 3% di penalità per ogni anno di anticipo, essendo simile alla sua Quota 97 che consentirebbe l'uscita a 62 anni col 2% di penalità è il segno di come qualcosa si stia muovendo: ma sinceramente ci pare che sia un'idea fin troppo ottimistica quella di Damiano e giusto per "tenere botta", la posizione contraria del governo Renzi viene continuamente ribadita da ministri e sottosegretari ogni settimana.

Novità riforma pensioni 2016: per i sindacati la proposta di Tito Boeri non risolverebbe i problemi della Legge Fornero

Da notare tra l'altro che i sindacati sono contrari alle penalizzazioni per la pensione anticipata e puntano al ritorno del puro requisito contributivo per l'uscita dal mondo del lavoro: in attesa della manifestazione unitaria del 2 aprile indetta da Cgil, Cisl e Uil insieme ai comitati autogestiti dei lavoratori (cfr l'articolo Pensioni lavoratori precoci e flessibilità in uscita, il governo dice ancora no per tutti i dettagli e le ultime dichiarazioni del governo Renzi), Susanna Camusso dice che la proposta di Tito Boeri "Continua ad essere sullo stesso schema della legge Fornero...

[in tale proposta] il lavoro è per tutti uguale e che l'unica variabile è l'aspettativa di vita e se esci prima vieni penalizzato".

Flessibilità in uscita e pensione anticipata, il governo Renzi dirà sempre no

Insomma, sulla flessibilità in uscita per la pensione anticipata, cardine della riforma pensioni richiesta dai lavoratori precoci e da tutti quelli che vedono nella Legge Fornero un corpus normativo troppo rigido e portatore di distorsioni, disuguaglianze e appiattimento sui freddi numeri, ci sono tante idee ma soprattutto tanta confusione...

confusione però non nell'azione del governo Renzi che, coerentemente con la sua natura di gestore capitalista di un sistema pubblico che garantisca i profitti dei grandi gruppi economico-finanziari, dice semplicemente “NO”.