Sempre più infuocato il dibattito intorno alla riforma Pensioni, l'argomento è ormai diventato centrale anche nelle trasmissioni televisive che sempre più spesso si occupano della spinosa questione concernente la flessibilità in uscita. Precoci, esodati e donne chiedono la Riforma Fornero venga modificata almeno in parte, al fine di rispondere alleesigenze dei singoli gruppi, con la concessione ad esempio: della Quota 41, dell'ottava salvaguardia e dell'estensione della legge 243/2004. Per l'economista Giuliano Cazzola 'non vale la pena spendere risorse' per abbassare l'età pensionabile e dunque la Riforma Fornero non va modificata.
Secondo Emiliana Alessandrucci, Presidente Colap, che ci ha gentilmente concesso questa intervista esclusiva, la Riforma Fornero andrebbe riscritta in toto, al fine di evitare sistematici correttivi parziali.
Riforma Fornero va riscritta in toto, basta correttivi parziali
Lei ha più volte dichiarato che l’unico sistema sostenibile per concedere la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro è il calcolo contributivo dell’assegno pensionistico; alla luce di tali dichiarazioni, sarebbe favorevole all’ estensione della legge sperimentale cosiddetta Opzione Donna al 2018, con gli stessi requisiti, e a una eventuale promulgazione della stessa come legge strutturale?
Sarei favorevole alla revisione della legge Fornero, estendere opzione donna vuol dire continuare con correttivi parziali.
Il punto è che il ricalcolo col contributivo in relazione all'aspettativa di vita potrebbe produrre pensioni miserevoli per questo dico e ribadisco che occorre riscrivere la Fornero per mantenere si un sistema stabile capace però di supportare le fasce più deboli e le pensioni più basse.
Opzione donna, se la nostra società fosse più civile non servirebbe
Il Gruppo 'opzione donna proroga 2018' intende ribadire al Governo Renzi che il sistema Opzione Donna si autofinanzia e dunque rappresenta un risparmio per lo Stato a medio/lungo termine. Lei appoggia questa battaglia?
Assolutamente si! L'opzione donna non grava economicamente sulla fiscalità generale ma quello che ci oppongono è l'aspetto finanziario ovvero aumenterebbero il numero delle pensioni erogate, ma non è un costo sia chiaro.
La mia proposta in realtà è più ampia, occorrerebbe riconoscere alle donne dei contributi figurativi per le esigenze di cura del bambino e spesso anche dell'anziano, se la nostra società fosse così civile non avremmo bisogno dell'opzione donna perché avrebbero anni di contribuzione necessari per la pensione.
È stato da poco costituito il Comitato OD Proroga 2018: Lei ritiene che questo passo possa aiutare le lavoratrici donne nel confronto con le Istituzioni?
Certo, serve soprattutto per sensibilizzare al problema e per avere uno spazio di condivisione delle proposte e delle idee.