LePensionicontinuano a far discutere ma anche a far combattere. L'esercito dei lavoratori precoci,formato da agguerriti cambattenti, occupa una parte del terreno di battaglia, impegnato in azioni di rappresentanza e protesta, dall'altra parte dello schieramento, in difesa delle proprie posizioni e convinzioni, si schiera il ministero delle finanze e dell'economia con i propri super tecnici.La battaglia non ha avuto tregua né riposo neanche domenica.

Precoci, domenica scorsa, in piazza San Pietro, per manifestare la loro rabbia

Difatti ungruppo di lavoratori, armatodi magliette e striscioni, ha presenziato all’Angelus domenicale in Piazza San Pietro, con la speranza chePapa Francescorivolgesse loro qualche parola di conforto e di incoraggiamento, cosa che non è avvenuta.

Papa Francesco conoscendo le sue buone abitudini di non rinunciare a parole di speranza per chi lotta e soffre, forse non era stato avvertito della loro presenza.I precoci presenti non hanno lasciato commenti sulle mancate parole del Pontefice, ma nel complesso hanno giudicato positivamente la loro presenza all’evento, per i risvolti mediatici che poteva avere. Hanno altresì rinnovato l’impegno a continuare la loro battaglia per il riconoscimento della quota 41 senza penalizzazioni, secondo i piani dello "stratega" del lavoro Cesare Damiano, presidente della commissione lavoro della Camera.

I precoci chiedono l'attuazione del piano Damiano previsto nel ddl 857

Il piano vede la sua concretizzazione nel disegno di legge 857 del partito democratico, che rivede lenorme della Fornerofermo nei cassetti del governo fin dal 2013 e che vede come primo firmatario proprio Cesare Damiano.

A dire il vero i precoci ci hanno abituato in questi giorni a uscite di forte impatto mediatico per la pubblicizzazione delle loro iniziative e per la costituzione di comitati in varie regioni d’Italia. Sul fronte governativo dobbiamo riportarvi la risposta data ad una lettera inviata da pensionandi, da parte delconsigliere economico di palazzo Chigi, Luigi Marattin.

"Mi spiace: non sono le nostre leggi a determinare quanto si lamenta: sono le vecchie leggi che noi stiamo cambiando. Ci vorranno almeno 15 anni per riparare questi danni". A lui fa eco il sottosegretario Tommaso Nannicini il quale in un'intervista ha ancora una volta ribadito che adesso "non è appropriato intervenire sulle pensioni".

Questo lo vedremo presto. Voi, per gliaggiornamenti sulle pensionicliccate su “segui” posto in alto sopra al titolo.