Mentre si sta tentando ogni strada per bloccare il concorso scuola 2016, la giornata di domenica 13 marzo potrebbe essere decisiva per il futuro della Scuola: dopo lunghe concertazioni e con la consulenza di importanti giuristi e costituzionalisti, domani alle ore 10 nel cinema Palazzo a Roma c'è l'assemblea di tutti i Comitati che hanno promosso il referendum contro la 'Buona scuola'. Le date da segnare sul calendario sono le seguenti: il giorno 17 marzo saranno depositati i quesiti referendari e potrà cominciare il lavoro di promozione e 'pubblicizzazione' (al quale sono chiamati tutti, media e singoli operatori della scuola); i giorni 9 e 10 aprile, i sindacati, le associazioni e i Comitati daranno inizio alla raccolta di firme affinché il referendum possa diventare realtà.

Le motivazioni del referendum contro la 'Buona scuola'

I quesiti referendari che si intende depositare riguardano non la legge di riforma della 'Buona scuola' in toto, ma soltanto alcune norme considerate 'incostituzionali'. Ecco di quali si tratta:

  • innanzitutto, i 'poteri' del preside-manager: i comitati sottolineano come il dirigente scolastico può decidere, di fatto, del destino del corpo insegnante: non solo, infatti, tramite la 'chiamata diretta' potrà scegliere in maniera libera (per gli organizzatori: arbitraria) chi assumere o no, al di là del posizionamento in graduatoria, ma tramite i poteri che assume in tutti gli organi collegiali della scuola anche a chi destinare i bonus e le premialità a partire dalla valutazione dei docenti
  • il secondo punto, riguarda proprio il Comitato di Valutazione degli insegnanti che dovrebbe presto insediarsi nelle scuole a seguito della legge 107 del 2015: sarà proprio il preside-manager a poter decidere chi andrà premiato e chi andrà punito, creando sudditanza psicologica nel corpo docenti
  • il terzo punto, riguarda l'alternanza scuola/lavoro obbligatoria per gli studenti delle scuole secondarie di II grado: viene considerata lesiva del diritto allo studio e una maniera di plasmare i giovani ad una mentalità puramente efficientistica e non realmente critica
  • infine, l'annosa questione dei fondi alle scuole private che contraddicono la stessa Costituzione e che, come sostengono gli organizzatori, riforma dopo riforma, sono cresciuti a dismisura: le legge 107 del 2015 prevede un vero e proprio 'bonus' e il quesito referendario richiede di stralciare questa norma

I Comitati, le associazioni di insegnanti e studenti, i sindacati chiedono la massima partecipazione e diffusione; per aggiornamenti sul concorso e la questione referendaria, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.