La storia raccontata da Maria (il nome è di fantasia) al noto quotidiano 'Repubblica' assomiglia tanto a quella di migliaia e migliaia di docenti che aspettano da mesi di prendere il loro stipendio come supplenti della Scuola pubblica italiana. Stipendi a 'rate' e in date imprecisate, una situazione vergognosa che si trascina da diversi mesi. Il sottosegretario al Miur, Davide Faraone, aveva promesso a dicembre: 'Nel 2016 i pagamenti torneranno regolari'. Promessa puntualmente mancata, come molte altre del resto.

Ultime news scuola, domenica 20 marzo: 'portoghese' sull'autobus per colpa del governo

Maria ha raccontato la propria esperienza. Lei è un'insegnante di matematica e scienze, 35 anni. A settembre è arrivata una supplenza da 18 ore settimanali, come sostituzione maternità. Un 'sogno' che, finalmente, si è concretizzato: aver trovato una cattedra in una scuola pubblica. Maria, felice per quel nuovo impiego, affronta le proprie spese senza troppi pensieri, confidando, naturalmente, di poter esigere il proprio stipendio regolarmente. E qui inizia l'incubo, perchè i primi soldi li vede solo alla vigilia di Natale, dopo tre mesi di lavoro. Poi altri 'spizzichi e bocconi miseri' a metà gennaio e febbraio, ad oggi le mancano due stipendi e mezzo.

Maria, questa settimana, ha dovuto rinunciare a comprare l'abbonamento dell'autobus per recarsi al lavoro: 'Eppure a scuola ci devo andare lo stesso e così ho imparato a viaggiare, mettendomi vicino alla porta...così, se vedo un controllore, scendo immediatamente...Non me lo posso permettere l'abbonamento, sono a zero sul conto'.

'Sono stanca, devo studiare per il concorso ma non ho i soldi per i libri'

Maria, come migliaia di suoi colleghi che vivono la stessa drammatica situazione, spera di poter ricevere qualcosa per domani: però non sa ancora se arriverà qualcosa oppure ancora nulla. Il portale 'NoiPa' ha annunciato una nuova emissione straordinaria ma è tutto un punto interrogativo.

Proprio lei che insegna ai suoi alunni a come diventare cittadini esemplari, è costretta a fare la 'portoghese' sui mezzi pubblici. Poi c'è il concorso a fine aprile: 'Se faccio ricorso, potrò partecipare. Anche per questo aspetto il denaro, per pagarmi i libri che mi servono per prepararmi'.

Maria ha raccontato questa storia con grande dignità ma anche con tanta stanchezza: 'Non voglio apparire come una che si lamenta, ma tutto questo non è giusto, provo un forte disagio'.