Una sentenza che rende giustizia ai valori trasmessi dalla scuola pubblica italiana, bistrattata ed umiliata da chi vuole, a tutti i costi, sminuirne l'importanza. La notizia è apparsa sul numero odierno del quotidiano 'Repubblica' e riguarda una sentenza emessa dal Tribunale di Milano che ha deciso che i figli di una coppia separata vadano a frequentare una Scuola statale: il contenzioso è sorto dal fatto che la madre avrebbe preferito che i loro ragazzini di 12 e 9 anni continuassero a frequentare l'istituto cattolico paritario. Nonostante le difficoltà economiche della famiglia, la donna, infatti, aveva insistito affinchè i propri figli proseguissero la loro carriera scolastica in quella scuola paritaria.
Ultime news scuola, mercoledì 30 marzo 2016: Tribunale di Milano 'Scuola pubblica è neutra'
Il giudice Giuseppe Buffone della nona sezione civile ha accolto la richiesta presentata dal padre: secondo l'organo giuridico, infatti, non si può affermare che la scuola privata possa rispondere meglio all'interesse preminente del minore perchè, in tal modo, si avvalorerebbe l'idea che la scuola privata sia migliore di quella pubblica. Inoltre, secondo il Tribunale di Milano, la scuola privata potrebbe influenzare il minore in scelte culturali o educative ben determinate mentre la scuola pubblica rappresenta una scelta che è stata definita come 'neutra'.
Avvocato Laura Cossar: 'Condivido pienamente la sentenza'
L'avvocato di diritto di famiglia, Laura Cossar, chiamata in causa da 'Repubblica' per commentare la decisione presa dal Tribunale di Milano, ha dichiarato di condividere pienamente sulla sentenza, perchè finalmente andrà a mettere un po' di ordine in una questione che, spesso, in passato, ha generato numerose diatribe.
Secondo il membro dell'ufficio di presidenza dell'Ordine degli avvocati di Milano, la scuola privata risponde a determinati bisogni identitari del minore come quello, ad esempio, relativo ai figli di stranieri che vengono iscritti presso istituti 'nazionali'. Si tratta, comunque, di eccezioni. Spesso, invece, la scelta della scuola paritaria è dettata da un capriccio o dal fatto di voler appartenere ad un'èlite.