‘Il governo Renzi non mostra determinazione sull’argomento Pensioni, e annunci spot da parte dei responsabili del welfare si rincorrono e si neutralizzano a vicenda. Nella diretta Facebook #matteorisponde ammette di voler puntare soprattutto sul contributivo però ‘senza tagliare le gambe a chi ha maturato delle aspettative’. E rende più saporito il piatto con l’annuncio degli 80 euro sulle Pensioni minime già dal 2016. Gli interessati sarebbero i percettori di un assegno minore di 501,00 euro e al massimo di 580,00 euro. La prima voce a stroncare il premier è stata quella del vice di Padoan al Mef, Enrico Zanetti, che stigmatizza la proposta come ‘populismo’.

La mossa di Renzi sarebbe un spot elettorale in vista delle Amministrative e un modo per lavarsi la faccia dopo lo scandalo Trivelle. Zanetti chiede di rimettere ordine nelle priorità, e in questa scala hanno la precedenza i disoccupati e chi la pensione ancora non la percepisce. In fila verrebbero il via libera al trattamento pensionistico anticipato e un incremento degli assegni.

Poletti dice ‘sì’ e dai sindacati proposta di rivedere le aliquote Irpef

È invece ottimista il ministro del lavoro Giuliano Poletti, che fa assist al premier, precisando che la proposta fa parte di antiche intenzioni la cui realizzazione il governo si vuole intestare. Poi corregge in parte il tiro, rimandando la questione in sede di Stabilità per esaminare la compatibilità della manovra con le risorse a disposizione.

Come a dire che si può, ma è tutto da verificare. Più cauti in Via XX settembre: il titolare Piercarlo Padoan ritorna sulla questione dell’adattamento del welfare alle aspettative di vita, visto l’invecchiamento demografico. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, ai microfoni di La7 spiega che non si tratta di una riforma ma di ‘accorgimenti’ per le pensioni più basse e per l’erogazione del trattamento bisogna prolungare l’attesa al 2018.

D’altra parte il provvedimento, spiega, è solo un tema su cui non c’è ancora alcuna istruttoria.

Tra i sindacati spicca la numero uno della Cisl Annamaria Furlan che rivendica la paternità della proposta, pungolando Renzi a lasciar perdere gli annunci e passare agli atti giàal prossimo appuntamento con il Def. Sollecita l’esecutivo a rivedere le aliquote Irpef con un intervento per la regolamentazione delle agevolazioni fiscali che condizionano i parametri per accedere ai trattamenti supplementari. E poi l’auspicio che ritorna sempre è quello di procedere ad una controriforma della Legge Fornero.