Si moltiplicano le dichiarazioni in merito alla flessibilità previdenziale, dopo che negli ultimi giorni il tema è tornato tra le notizie più discusse nei media, anche grazie alla recente mobilitazione generale da parte di sindacati e comitati dei lavoratori. Tra i commenti più interessanti sono da rilevare le dichiarazioni raccolte e diffuse da AdnKronos ad opera del Sottosegretario all'economia Pier Paolo Baretta,da sempre attento osservatore del comparto previdenziale. Per l'esponente del Governo, occorre "agire sulla flessibilità in uscita" per modificare il nodo della "rigidità nel passaggio all'età pensionistica, che in alcuni casi prevede un aumento anche di 6 anni" rispetto alla situazione antecedente la legge Fornero.
"Personalmente penso che la soluzione sia di agire sulla flessibilità in uscita. Il Governo ci sta lavorando e i tempi sono quelli della legge di stabilità".
Pensioni flessibili: avviare apertura garantendo la sostenibilità assieme alla legge Fornero
Stante la situazione, bisogna però chiarire che la formulazionecomplessiva della riforma Fornero non sarebbe comunque in discussione, perché per Baretta "la legge nel suo impianto va difesa". In gioco vi sarebbe infatti la sostenibilità del nostro sistema previdenziale, pertanto il Sottosegretario etichetta come "impraticabili" strade differenti e più onerose rispetto a quella di un'apertura alla flessibilità previdenziale in età avanzata. Non sarebbe quindi possibile ridiscutere la normativanel suo complesso, sebbene "la soluzione migliore per difendere la Fornero" sia proprio quella di dare una risposta alle esigenze di flessibilità dei lavoratori, agendo quindi sulla creazione di un meccanismo di prepensionamento per aprire le porte dell'Inps e dando una risposta concreta alle richieste dei pensionandi.
Per quanto concerne invece le modalità con cui attuare questo processo, vieneesclusa quella del ricalcolo contributivo, mentre sembra più praticabile quella di una "riduzione parziale dell'assegno".
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