Sembrano non credere alle loro orecchie né i parlamentari della minoranza Pd e nemmeno i sindacati dopo le nuove dichiarazioni del premier Matteo Renzi sulla riforma Pensioni, mentre le opposizioni accolgono le novità con un certo scetticismo. Ieri il presidente del Consiglio, parlando in video streaming su Facebook, ha riconfermato gli impegni sulla riforma pensioni con toni sì prudenti per via delle coperture finanziarie ancora da individuare ma nello stesso tempo con una determinazione tale che lascia intendere che qualcosa su questo fronte dalle parti di Palazzo Chigi si stia smuovendo, in particolare sulla flessibilità in uscita dal lavoro per l'accesso alla pensione anticipata e sull'aumento delle pensioni minime, seppur anche col bonus fiscale da 80 euro mensili.

Il premier ha parlato anche del ricalcolo contributivo dei trattamenti previdenziali.

Dall'aumento delle pensioni minime alla flessibilità, Renzi a ruota libera su Facebook

"Una raffica di provvedimenti sulle pensioni", quelli annunciati ieri da Renzi via Facebook che fanno "rallegrare" la minoranza dem che in questi mesi ha insistito molto sulle modifiche alla legge Fornero. "Ce ne rallegriamo - ha detto il presidente della commissione Lavoro di Montecitorio - perché da anni ne abbiamo fatto un elemento centrale - ha sottolineato - della nostra battaglia politica e sociale". Secondo Cesare Damiano "il tema più importante" di cui ha parlato ieri Renzi nella sua diretta video su Facebook "è quello - ha detto - della flessibilità in uscita".

Il deputato della minoranza dem coglie così l'occasione per rilanciare il ddl 857 sulla pensione anticipata a 62 anni con 35 anni di contributi con penalità decrescenti a partire dal 2% annuo e sulla soluzione Quota 41 per il pensionamento dei lavoratori precoci.

Le proposte del premier sulla riforma pensioni trovano il consenso della minoranza Pd

"Aspettiamo che Renzi - ha detto Damiano - voglia confrontarsi con la proposta dei parlamentari Pd della commissione Lavoro che consente di anticipare la pensione - ha spiegato - per un massimo di quattro anni mantenendo i conti in pareggio".

Sono molte, su questo fronte, le promesse del governo e le attese di lavoratori e sindacati. "Su questo punto - ha sottolineato il presidente della commissione Lavoro della Camera - ci sono molte aspettative nel Paese". Non ha convinto più di tanto, invece, la proposta del ricalcolo contributivo delle pensioni. Ma "l'importante - ha aggiunto Cesare Damiano - è fare un intervento complessivamente razionale e non creare aspettative - ha spiegato - che possano andare deluse". Della minoranza del Pd interviene anche il parlamentare Gianni Cuperlo, tra gli sfidanti di Renzi alla primarie per la segreteria del partito. "Se il governo dà 80 euro alle pensioni minime - ha detto ieri sera intervenendo a DiMartedì su La 7 - io mi alzo e applaudo".

Quello di Renzi sulla riforma pensioni sembra un intervento finalizzato non a caso anche ad ammorbidire i toni del confronto tra i democratici che nei giorni scorsi si sono di nuovo spaccati in direzione, con i voti di Bersani, Cuperlo e altri contrari alla relazione del segretario del Pd. Ma il governo darà davvero seguito a queste ennesime promesse sulla riforma pensioni? O troverà di nuovo la "scusa" della tutela dei conti pubblici che continuare a rinviare la questione? Per capirlo saranno determinanti i prossimi giorni in vista della presentazione del nuovo Def entro il mese di aprile.