Le notizie sulla riforma della previdenza si rincorrono sui social, ma questa volta si è costretti a raccontare qualcosa di veramente paradossale. Il trattamento di fine rapporto sarà conglobato direttamente, senza si e senza ma, direttamente sui fondi pensione. Il lavoratore potrà si usufruirne, ma solo attraverso il cosiddetto prestito pensionistico. Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Notizie al 23/04: TFR destinato obbligatoriamente ad un fondo pensione

L’obbligatorietà, come al solito, sarà la parola d’ordine. Quello che si prospetta per molti lavoratori della Scuola è davvero epocale.

Per anni il TFR ha rappresentato, per la totalità degli insegnanti precari, un toccasana e in quasi tutti i casi si è preferito spennare subito la gallina che aspettare domani la schiusa del suo uovo. Ma questa volta non è dato scegliere e il lavoratore, ancora una volta, sarà costretto forzosamente – a quanto pare – a destinare parte dei suoi contributi, quelli cumulati nel cosiddetto TFR, ad un fondo pensione attraverso due strade: la prima sarà rappresentata dall'ipotesi appena avanzata e la seconda mediante la destinazione dello stesso TFR a forme previdenziali complementari o cosiddette integrative. Il risultato? Il povero lavoratore della scuolanon vedrà mai neanche uno spicciolo di quel contributo.

Il tutto arricchito dalla complessità nel reperire informazioni circa il cumulo delle due forme previdenziali. Intanto i politici continuano imperterriti ad usufruire dei loro vitalizi, in maniera del tutto indisturbata solo per aver contribuito, anche per una sola legislatura, ad impoverire ancor di più le tasche di poveri insegnanti.

Altra novità assoluta:il prestito pensionistico

Il pacchetto di misure di cui si fa tanto parlare, prevede – secondo i ben informati – la possibilità che le trattenute previdenziali possano essere sgravate dalla tassazione e dall'aumento sulla deducibilità fiscale dei versamenti, prelevati al lavoratore direttamente dagli emolumenti.

Continuando ad esaminare i ‘rumors’ relativi alla prossima ed imminente mini riforma sulle Pensioni, ci si accorge anche di un’altra importante novità e cioè quella relativa al ‘prestito pensionistico’. Di cosa si tratta? Molto semplice: il lavoratore, nel pieno della sua attività, può chiedere all’INPS un anticipo della sua pensione e lo stesso Ente di previdenza, attraverso, guarda caso le solite banche, erogherà l’intera somma richiesta. Lo stesso lavoratore, una volta raggiunti i requisiti pensionistici, restituirà quanto richiesto in precedenza all’INPS, attraverso delle piccole somme definite ‘micro prelievi’ sull'assegno pensionistico mensile.

Ancora le solite banche detengono i soldi dei contribuenti

Che dire… Dopo gli scandali e le clamorose inchieste sulle truffe bancarie ancora una volta si tenta di delegare i soliti istituti bancari ad amministrare e detenere nei loro cavò i proventi del duro lavoro dei poveri insegnanti e dei lavoratori in generale. Noi crediamo, invece, che questa ipotesi sarebbe stata l’ultima da prendere seriamente in considerazione. A questo punto, si profila un vero e proprio 'accanimento' nei confronti dei soliti lavoratori, ignari di essere considerati sempre più un prodotto da cui trarre il massimo profitto.