Le polemiche sulla riforma Pensioni non accennano a placarsi. Data l'impossibilità nel dare una risposta, da parte del governo Renzi, il web ha deciso di mobilitarsi, grazie anche alla passione dell'ex ministro Cesare Damiano che dalla sua pagina Facebook lancia una petizione a sostegno dei lavoratori precoci.
Riforma pensioni, Cesare Damiano lanciala petizione per la quota 41
A mobilitarsi, questa volta è l'ex ministro del lavoro Cesare Damiano, il quale lancia una petizione dal web a favore dell'uscita anticipata dal mondo del lavoro. L'obiettivo è quello di far andare in pensione, quei lavoratori che hanno raggiungo quota 41 anni di contributi.Si cercano a questo punto, risposte certe che ormai sembrano non arrivare mai dai banchi del governo.
La discussione sulla riformapensionitardava a raggiungere una concretizzazione e così, Cesare Damiano ha deciso di mettersi al lavoro da subito. La petizione in questione, legata alle tematiche di pensioni precoci, quota 41 e opzione donna, è stata promossa tramite l'associazione "lavoro e welfare" ed è rivolta al presidente del consiglio, al presidente del senato e alla presidente della Camera dei deputati.
I punti della petizione e gli obiettivi per la riforma pensioni
La petizione reperibile dalla pagina ufficiale dell'ex ministro, parte dal presupposto che la manovra della legge Fornero, oltre ad aver reso rigido il sistema, non ha saputo gestire con sapienza la fase di transazione e questo ha causato, tra i tanti problemi, anche il gravoso danno del mancato inserimento dei giovani nel lavoro e l'annosa vicenda degli esodati.
In questi mesi, nelle chiacchiere sulla riforma pensioni, si è cercato di dar risposta alle categorie riportate, ma il tutto è rimasto nel vano e nel dimenticatoio, mettendo le basi per una nuova mobilitazione generale. La petizione, quindi, si pone, come obiettivo principale, il sostengo alla proposta di leggeA.C. 857/2013 a firma dello stesso Damiano.
Quindi, un netto sostengo all'introduzione della flessibilità in uscita che prevederebbe poche penalizzazioni e la possibilità di andare in pensione con 4 anni d'anticipo, rispetto al raggiungimento dei requisiti attualmente previsti dalla legge. Inoltre, si tenterà di dar seguito, alla salvaguardia della quota 41, con l'obiettivo di evitare, per chi ha versato contributi in tutti questi anni, di incappare in penalizzazioni di alcun genere.
La parola ora è tutta al governo e alla capacità che avrà questa petizione di smuovere i lavoratori. Lavoratori che sono già ora sul piede di guerra e che non si arrenderanno finché non avranno risposte certe.