Continua a tenere banco il progetto del ministero di Viale Trastevere di mantenereaperte le scuole durante i mesi estivi e nelle giornate festive. Anche perché l'idea piace a molti istituti sparsi di varie città italiane e a molti assessorati alle politiche sociali, per rimediare al problema della dispersione scolastica e alla mancanza di opportunità lavorative future, si stanno interessando al progetto. Èil turno del Comunedi Bari che si è fatto avanti nella candidatura al progetto del ministro Giannini, pur non rientrando nelle capoluoghi pilota dove verrà sperimentata l'iniziativa, soprattutto nelle scuole di periferia.
Apertura scuola a giugno, luglio e agosto: ecco dove il progetto è già funzionante
A dire il vero, a Bari, come in altre città italiane, qualcosa del genere è già realtà da tempo. La preside della Scuola Japigia 1 Verga, Patrizia Rossini, scrive La Gazzetta del Mezzogiorno di oggi, ha già attuato da tempo attività da svolgersi in estate nel suo istituto, nonché orari prolungati e iniziative nei giorni festivi. Anche perché le scuole dei quartieri periferici oggetto del bando del Miur sono quelle che maggiormente devono fare i conti con l'integrazione degli alunni stranieri. Nella scuola della Rossini ce ne sono 101 e più della metà sono Rom.Le scuole aperte d'estate non sono una novità per la preside di un altro istituto comprensivo di Bari, il Vivante.
"Nella mia scuola si lavora già tutto l'anno - afferma Giuseppina Lotito - Si fanno attività di recupero ed anche alternative come l'orientamento e l'alternanza scuola/lavoro. Nel 2015 eravamo abbiamo chiuso la scuola il 20 luglio e il 18 agosto eravamo già di nuovo in aula. I nostri ragazzi sono impegnati in cicli di due settimane alternate e il 20-30 per cento degli iscritti partecipa alle attività fuori dall'orario scolastico.
E la nostra scuola chiude alle 9 di sera per buona parte dell'anno".
Apertura scuole d'estate: il problema sono i docenti?
Le difficoltà maggiori, a sentir parlare i presidi, potrebbero essere rappresentate proprio da come la prenderanno i professori. Impegnati già nove mesi all'anno per l'anno scolastico, dovrebbero proseguire durante l'estate senza pausa e con il caldo dei mesi di giugno, luglio ed agosto.
Ma lo scoglio maggiore è la retribuzione spettante ai docenti: prendere parte al progetto comporta molto impegno a fronte di un riconoscimento economico a dir pocomodesto. "Per questo motivo - conclude la preside Rossini - sarebbe necessario ricorrere a educatori e insegnanti esterni, più preparati nelle attività professionali, ricreative e sportive da svolgere".