Il bonus al merito dei docenti, secondo il Miur, non spetta ai precari che lavorano a tempo determinato nella Scuola. Ma è davvero così? Secondo i sindacati no. Dopo la Gilda degli insegnanti, anche la FLC CGIL presenta ricorso al Tar del Lazio contro il DM 159/16 che stabilisce i criteri di ripartizione del bonusper valorizzare il merito dei docenti. Quali sono le basi del ricorso?

Il bonus spetta a tutti i docenti, precari inclusi

Il DM su menzionato prevede che i 200 mln di euro stanziati dal Miur per il bonus ai meritevoli vengano ripartiti solo ai docenti di ruolo in servizio.

Ma questa disposizione, udite udite, cozza proprio con quanto previsto dalla legge 107/2015, che al comma 126 stabilisce che tali soldi vengano ripartiti alle scuole sulla base della loro dotazione organica, che non comprende solo i docenti di ruolo. Questo significa che le scuole vengono penalizzate quando l’incidenza dei precari nella loro dotazione organica è maggiore. Ma questo non è l’unica motivazione che spinge al ricorso. In questa disposizione è evidente l’ennesima discriminazione del Miur nei confronti dei lavoratori a tempo determinato, rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato. La Corte Europea ha già sanzionato il nostro Paese per questo motivo, ma evidentemente al Ministero questo non entra in testa.

Per non parlare dei continui ricorsi vinti dai precari proprio sulla base del principio di ‘non discriminazione’ che viene puntualmente violato dal Miur.

Le richieste FLC CGIL sul bonus al merito

La FLC CGIL richiede la rimessione della legge alla Corte Costituzionale, in quanto è incompatibile con i principi di non discriminazione e parità di trattamento previsti dalla Comunità Europea.

Se il bonus al merito deve tener conto dei docenti meritevoli, non si possono escludere i docenti a tempo determinato che nel corso dell’anno hanno messo lo stesso impegno, energie e forze dei docenti di ruolo. Per restare aggiornato sull’argomento e altre notizie dalla scuola, clicca il tasto Segui in alto.