Ha fatto molto discutere quanto affermato dal ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, sulla supplentite,male che affligge il nostro sistema scolastico. Il ministro ha asserito che sarà possibile eliminare quasi totalmente le supplenze entro i prossimi tre anni. Le supplenze continueranno a esistere ma verranno limitate a periodi brevi. In molti hanno affermato che tale valutazione è quanto meno semplicistica: la realtà è assolutamente più articolata e complicata. Con il 2016 si sono visti sottoscritti contratti a termine: essihanno avuto la finalità diassumere docenti precari; quest'ultimi sono statiaddetti alla copertura di cattedre vacanti per un totale di 116 mila.

Dati che stridono con quanto affermato dal ministro, sono numerose quindi le voci che si sono sollevate in tale senso: tra le tante spicca quella di Anief, l'associazione afferma che esiste una soluzione; quest'ultima consiste nel trasformare in cattedre al 31 agosto decine di migliaia di posti oggi conferiti solo fino al 30 giugno dell’anno successivo.

Supplentite e precariato: due facce della stessa medaglia

Quella proposta dall'Anief sarebbe, quindi, una soluzione che può portare ad un abbattimento dei dati sul precariato. Il Miur è stato più volte sanzionato da sentenze che lo hanno costretto a risarcire docenti precari per abuso di precariato. Un monitoraggio sulla situazione delle cattedre italiane a disposizione, con loro conseguente assegnazione, sembra quindi essere l'unica via d'uscita al problema della supplentite.

Non si capisce quale motivazione spinga il Miur a non valutare la possibilità di immettere in ruolo i docenti precari sulle tante cattedre vacanti; quest'ultime non vengono assolutamentevalutate per tale procedura. Di conseguenza senza una reale assegnazione, tali posti rimangono vacanti sono quindi destinati ad essere coperte per periodi più o meno brevi da docenti precari.

Questo porta a ricorsi per abuso di precariato, allo stillo di contratti a termine continui - tenendo sempre presente il limite imposto dai 36 mesi di servizio - nonché ad una situazione di stallo latente.