La questione legata alla chiamata diretta dei docenti resta, probabilmente, il nodo più importante da sciogliere in vista dell'inizio del prossimo anno scolastico: sappiamo bene come il Miur e i sindacati si trovino in posizioni diametralmente opposte, almeno considerando gli esiti degli ultimi incontri tenuti in Viale Trastevere. Tuttavia, la sottoscrizione del nuovo contratto integrativo riguardante la mobilità annuale 2016/2017 lascia presupporre qualche piccola speranza per il raggiungimento di un'intesa che possa soddisfare entrambe le parti: il fatto che il Miur abbia dato la possibilità di ottenere l'assegnazione provvisoria su Scuola, seppur per un solo anno scolastico, non è un elemento da dover trascurare.

Domani, martedì 21 giugno, nuovo incontro in Viale Trastevere, dove si parlerà anche di costituzione delle reti scolastiche.

Ultime news scuola, lunedì 20 giugno 2016: chiamata diretta, scontro o accordo Miur-sindacati?

Ora, però, si rischia di arrivare ad un vero e proprio scontro, visto che il sottosegretario Davide Faraone ha nuovamente esposto ai sindacati l'intenzione del dicastero di Viale Trastevere di rispettare fino in fondo quanto indicato nella legge 107; dall'altra parte, i sindacati non intendono sottoscrivere alcun accordo che preveda la chiamata diretta dei docenti attraverso il conferimento di 'poteri' discrezionali ai dirigenti scolastici.

Domenico Pantaleo (Flc-Cgil), Maddalena Gissi (Cisl Scuola), Pino Turi (Uil Scuola), Marco Paolo Nigi (Snals-Confsal) e Rino Di Meglio (Gilda) ritengono che l'obiettivo primario sia quello di garantire trasparenza, oggettività e omogeneità nell'applicazione delle regole, al fine di poter dare continuità e certezza al futuro professionale dei docenti.

Chiamata diretta docenti, più flessibilità da parte del Miur?

Quali possibili scenari potremo trovarci di fronte nei prossimi giorni? Il disastro elettorale incassato dal Partito Democratico potrà suggerire al Miur una condotta meno rigida sulla questione e un maggior ascolto della voce sindacale? Ancora presto per dirlo, ma come ha sottolineato lo stesso deputato Dem Roberto Speranza, non si può dimenticare che la legge sulla scuola ha portato in piazza 600mila insegnanti e che il risultato elettorale delle elezioni comunali è da considerarsi 'figlio' di quella clamorosa protesta.

Renzi non può continuare nella propria ostinazione, senza ascoltare la voce del personale docente come ha fatto finora: ecco perchè potrebbe aprirsi qualche spiraglio di ottimismo anche per la chiamata diretta.